tag:blogger.com,1999:blog-9773248.post112293109004853171..comments2023-09-21T09:33:06.662+02:00Comments on pipistro on line: Istikhbarat il dakhliyyapipistrohttp://www.blogger.com/profile/07889390454852534754noreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-9773248.post-1131094283116247232005-11-04T09:51:00.000+01:002005-11-04T09:51:00.000+01:00Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.Roberto Iza Valdéshttps://www.blogger.com/profile/04697544282748323411noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9773248.post-1123097990383913312005-08-03T21:39:00.000+02:002005-08-03T21:39:00.000+02:00Ci avrebbero potuto guadagnare molto. Il problema ...Ci avrebbero potuto guadagnare molto. Il problema è che sin dalla caduta di Baghdad gruppi di questi insorti hanno iniziato un'intensa guerriglia contro le forze americane causandone la loro reazione (raid notturni, perquisizioni, controlli serrati, checkpoint, coprifuochi, isteriche reazioni agli attacchi ribelli etc...) che ovviamente danneggia i comuni iracheni. Questi, che inizialmente in maggioranza avevano accolto con soddisfazione o comunque non ostilità le truppe occidentali, pian piano per via delle reazioni Usa hanno iniziato a vedere le truppe americane come occupanti. Parallelamente, gli insorti hanno colpito anche i cosidetti "contractors", che dovevano dare il via alla ricostruzione. I soliti che accusano gli Usa per le mancanze civili irachene (niente corrente, acquedotti danneggiati, strade sporche...) ignorano che in realtà l'esercito Usa ha sì un corpo d'ingegneri, ma questo può riparare un ponte, ristrutturare un edificio, riparare un acquedotto ma non può fare questo nella scala dell'intero paese. Per questo c'erano le aziende dei contractors, da molti definiti spregiativamente mercenari o profittatori ma comunque gli unici a poter appaltare la ricostruzione massiccia d'un paese. Quando i ribelli hanno iniziato a colpire queste società, molte di queste hanno iniziato a ritirarsi lasciando vacanti molti posti nella ricostruzione dell'Iraq. E non sono molte le aziende disposte a rischiare investimenti in Iraq. Il governo iracheno non ha ancora una forza tale da poter far rispettare le sue decisioni. Così l'Iraq va avanti per inerzia, e le uniche notizie che trapelano da lì sono attentati, stragi e scontri. Addossare la colpevolezza di tutto questo agli Usa è piuttosto semplificatorio e sbagliato, dato che molte delle privazioni cui sono sottoposti i civili iracheni sono dovuti ad atti di sabotaggio della guerriglia (vorrei vedere come questi ribelli, se vincessero, organizzerebbero la ricostruzione del paese), senza poi contare che sin da prima della guerra la situazione delle infrastrutture era pessima. <BR/>Non so se il Mukhabarat attuale sia lo stesso di quello di Saddam, probabilmente molti membri sono gli stessi, ma voler generalizzare il comportamento di questi con la polizia irachena, come molti fanno, è falso ed ingeneroso verso chi si è arruolato e rischia la vita ogni giorno per cercare d'aiutare la normalizzazione del suo paese.<BR/>Maril, non so che razza di guerra si combatta in Iraq, so solo quello che trapela dalle televisioni e dagli organi d'informazione. Quello che so è che da una parte ci sono degli iracheni sostenuti dalle forze della coalizione che tentano di costruire un Iraq basato su un minimo di democrazia e di libertà civili, dall'altro ci sono gruppi di guerriglieri iracheni legati all'ex governo dittatoriale che con il supporto di islamisti stranieri tentano di soffocare il processo democratico in atto e di portare al potere l'estremismo religioso, che oltre a danneggiare gli iracheni danneggerebbe pure noi. Non mi chiedere di fare distinzioni fra resistenti nazionali ed islamisti stranieri, il loro obiettivo alla fine è lo stesso. Continuare a criticare, ridicolizzare, a mettere i bastoni fra le ruote agli iracheni che stanno lottando per la libertà e la democrazia nel loro paese non ci aiuterà di certo.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9773248.post-1123085616157440222005-08-03T18:13:00.000+02:002005-08-03T18:13:00.000+02:00Ma come si fa a dire che con questo racconto si st...Ma come si fa a dire che con questo racconto si stravolge completamente la situazione? <BR/>C'è qualcuno sulla faccia della Terra che non sa che guerra feroce e disumana si combatta laggiù, in quell'inferno? <BR/>Forse che esista anche la più piccola giustificazione per perdere la propria e calpestare l'altrui dignità umana? E per di più sotto la bandiera di uno Stato. <BR/><BR/>Mi pongo una domanda, senza doppi sensi, paro paro per quella che è: che cosa ci ha guadagnato davvero il popolo irakeno con la sua "liberazione"? Senza sofismi e teorie astratte. Oggettivamente.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9773248.post-1123083435388986382005-08-03T17:37:00.000+02:002005-08-03T17:37:00.000+02:00questa è la consueta giustificazione degli sgherri...questa è la consueta giustificazione degli sgherri di ogni epoca e latitudine per usare sistemi inumani dietro il paravento del pericolo che (nella teoria) devono a volte fronteggiare.<BR/><BR/>ecco, il fatto di avere a che fare con i cattivissimi insorti non giustifica in alcun modo "metodi rudi" (tantomeno torture) sui detenuti.<BR/><BR/>dietro il paravento di un distintivo, del potere e della probabile corruzione ad esso connessi, questi galantuomini dei servizi iraqeni non han fatto che cambiar padrone, miserabili erano e miserabili son rimasti e manifestano tutta la loro pochezza probabilmente proprio e solo nei confronti di coloro che solo la logica del terrore e del sospetto ha condotto alla loro attenzione.<BR/><BR/>forse non ti rendi conto, fra l'altro, che non stiamo parlando di militi - buoni o cattivi che siano - ma di funzionari che operano all'interno di un edificio governativo (con istruzioni da commedia buffa: vedi i riferimenti ai fatti di Londra) che gli insorti, ribelli, resistenti, terroristi, guerriglieri, probabilmente non sanno nemmeno come son fatti, gente quindi che al più è in grado di terrorizzare uno studentello se qualcuno glielo consente.<BR/><BR/>e lo fanno con la consueta e gaia alacrità.pipistrohttps://www.blogger.com/profile/07889390454852534754noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9773248.post-1123081692003665732005-08-03T17:08:00.000+02:002005-08-03T17:08:00.000+02:00Così stravolgi completamente la situazione: la pol...Così stravolgi completamente la situazione: la polizia diventa un organo del potere "dittatoriale" del governo iracheno mentre gli insorti sono dei poveri cittadini che prendono le armi per eliminare i loro connazionali oppressori... Ma andiamo!<BR/>Non c'è alcun dubbio che la polizia irachena usi metodi rudi e probabilmente torturi anche i detenuti, ma queste cose vanno lette nel contesto: ogni giorno questi poliziotti vedono i loro colleghi dilaniati, mutilati, menomati da ordigni, granate ed autobombe, oppure falciati da raffiche di mitra sparate da auto in corsa mentre dirigono il traffico; spesso vengono uccisi a tradimento da altri poliziotti che in realtà sono insorti infiltrati, altre volte scoprono che dei loro colleghi svaniti nel nulla erano stati sequestrati ed uccisi dopo essere stati torturati. In alcune zone del paese devono nascondere la loro identità per evitare rappresaglie contro di sè ed i loro familiari (come purtroppo è già avvenuto).<BR/>Comunque non hanno nulla da imparare dagli eroici resistenti su come trattare i prigionieri, dato che la grande resistenza irachena, spesso dopo alcune torture, semplicemente spara un colpo in testa ai suoi prigionieri oppure segano il collo ai malcapitati.Anonymousnoreply@blogger.com