tag:blogger.com,1999:blog-9773248.post1861358264469710045..comments2023-09-21T09:33:06.662+02:00Comments on pipistro on line: Israele, destra ed estrema destra al governopipistrohttp://www.blogger.com/profile/07889390454852534754noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-9773248.post-33858783991342126012009-03-26T15:29:00.000+01:002009-03-26T15:29:00.000+01:00http://www.haaretz.com/hasen/spages/1073771.htmlht...http://www.haaretz.com/hasen/spages/1073771.html<BR/><BR/>http://www.philipweiss.org/mondoweiss/2009/03/netanyahu-and-lieberman-cut-secret-deal-to-finish-off-the-twostate-solution.html<BR/><BR/>March 25, 2009<BR/><BR/><B>Netanyahu and Lieberman cut 'secret deal' to finish off the two-state solution</B>Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9773248.post-42792929533735345132009-03-24T16:53:00.000+01:002009-03-24T16:53:00.000+01:00"Netanyahu e Barak, architetto della recente offen...<I>"Netanyahu e Barak, architetto della recente offensiva a Gaza, hanno raggiunto l'accordo sulla coalizione dopo una serie di colloqui, riferiscono funzionari del Labour".</I> (Reuters)<BR/><BR/>Ciò è a dire che, secondo l'analisi riportata su Haaretz e al di là della maggioranza risicata, anche quella di oggi (v. sopra) non è una buona notizia e come tale verrà accolta.<BR/><BR/>Non stupirà quindi un atteggiamento ancora più tiepido di fronte a quanto si va apparecchiando perché "si parli tanto e non cambi nulla". <BR/><BR/>Il surrettizio espansionismo operato dalla sinistra laborista in pieno processo di Oslo, i puntelli invalicabili di Rabin e la trappola di Camp David (ohibò, ancora Barak è di scena) sono un'eredità che non dice nulla di buono per chiunque voglia perseguire la pace e non fermarsi al "percorso".<BR/><BR/>Per quella sarebbe bastato anteporre i diritti degli occupati ai bisogni degli occupanti. Difficile immaginare qualcosa di tanto lineare come pretendere l'applicazione del diritto internazionale. <BR/><BR/>Chiaro per tutti, ovviamente, tranne che per i vari sedicenti pacificatori (a partire da Peres), negoziatori imparziali (es. Clinton, Dennis Ross & Co.), diplomatici (es. Martin Indyk) ed avvocati (es. Dershowitz), che vedono in una forma di assoluto ed impossibile oblio - quello palestinese - la risoluzione del conflitto e l'assoluzione dal peccato originale che ha visto un popolo violentato e senza terra trovare rifugio dove già abitava un altro popolo.pipistrohttps://www.blogger.com/profile/07889390454852534754noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9773248.post-64277220466019106772009-03-22T15:30:00.000+01:002009-03-22T15:30:00.000+01:00A giudicare unicamente dai festeggiamenti, la dest...A giudicare unicamente dai festeggiamenti, la destra ha decisamente vinto le ultime elezioni in Israele. Politici e opinionisti “falchi” si sono infiammati nel decretare la fine della sinistra, il fallimento del compromesso, la follia dell’autocontrollo militare e la morte del processo di pace. Dal loro punto di vista, Israele è finalmente diventato adulto e ha aperto gli occhi.<BR/>Se così stanno le cose Benjamin Netanyahu non dovrebbe incontrare alcun problema a mettersi rapidamente alla testa di una chiara coalizione di maggioranza basata sul concetto che la sola prospettiva più atta della destra a governare sarebbe l’estrema destra.<BR/>Dunque come mai l’autoproclamatosi “campo nazionalista” non prende semplicemente il suo posto al governo senza problema?<BR/>In realtà, un più attento esame del tanto celebrato Gush HaYamin, o Blocco della destra, indica che esso non è né un vero blocco né poi tanto di destra, in senso stretto. Più quelli che sarebbero i soci naturali di Netanyahu avanzano pretese e condizioni, più emergono con evidenza le differenze ideologiche che esistono fra quei partiti, e la distanza che esiste fra quelle fazioni e la destra israeliana tradizionale.<BR/>Inoltre, più le pretese del Blocco di destra confliggono fra loro, più diventa probabile che Netanyahu si trovi costretto a volgersi, per mancanza di alternative migliori, verso opzioni solo fino a pochi giorni fa ritenute impossibili: una condivisione del potere con il Kadima di Tzipi Livni o addirittura una qualche resurrezione dell’alleanza con i laburisti di Ehud Barak.<BR/>In effetti, se c’è qualcosa che le elezioni del 2009 hanno dimostrato in modo definitivo è una netta maggioranza della società israeliana attraverso lo spettro politico converge nel respingere quello che era il principio basilare della destra storica israeliana: quello dell’integrità della Terra d’Israele (la “Grande Israele”) che comporterebbe l’annessione di Cisgiordania e striscia di Gaza.<BR/>Paradossalmente l’elettorato israeliano ha votato per la destra non perché la destra respinga l’idea di un accordo di pace con compromesso territoriale e spartizione della terra in due stati, ma perché ritiene che la destra sia la parte meglio qualificata per trovare il modo di attuare questo processo innegabilmente difficile e doloroso. “Il risultato delle elezioni indica che gli israeliani vedono il processo di pace con i palestinesi come un divorzio – scrive l’analista economico Elah Alkalai – E come l’indesiderato abbraccio fra i due popoli venne combinato da forze globali esterne, così sarà anche, a quanto pare, la loro separazione. Bisogna pensare alla cosa come allo scioglimento di un matrimonio combinato, e il voto che gli israeliani hanno dato la scorsa settimana è andato alla parte che percepiscono come l’avvocato divorzista più duro e più tosto che sia disponibile”.<BR/>Avigdor Lieberman, uno dei veri vincitori di queste elezioni, in passato ha ripetutamente scandalizzato l’estrema destra suggerendo che alcuni campi palestinesi e alcuni quartieri densamente popolati da arabi a Gerusalemme est possano essere ceduti all’eventuale futuro stato palestinese di Cisgiordania e Gaza (insieme ad altre aree d’Israele abitate da arabi come Umm el-Fahm nel cosiddetto Triangolo). E si è coerentemente alienato gli ambienti ortodossi, mattone essenziale di qualunque vagheggiata coalizione di destra, inserendo nel suo programma la legislazione sul matrimonio civile e la riforma delle norme sulla conversione all’ebraismo, due punti che stanno molto a cuore alla sua base elettorale decisamente laica.<BR/>Il Likud di Netanyahu, chiave di volta di una potenziale coalizione di destra, da anni si pronuncia a favore di un eventuale stato palestinese nei territori a condizione vengano assicurate rigorose garanzie di sicurezza per Israele. Il Likud è anche l’unioco partito israeliano che abbia mai guidato un governo che ha smantellato interi insediamenti (Gaza, 2005).<BR/>A ben vedere, ci sono solo due partiti nella 18esima Knesset, per un totale di 7 seggi su 120, che sostengono ancora l’integrità della Terra d’Israele. Neanche l’Unione Nazionale di estrema destra, con la sua ala francamente kahanista, osa più esprimersi in pubblico a favore di un ritorno permanente dell’occupazione israeliana nella striscia di Gaza, tanto che nel suo programma si limita ad affermare che “un futuro governo guidato dal questo partito non procederà a nessun ulteriore sradicamento di comunità ebraiche né ulteriori cessioni di parti della Terra d’Israele”.<BR/>“In altri termini – conclude Alkalai – il voto della maggioranza è andato a una leadership di destra che l’elettorato ritiene essere quella che potrebbe porre fine all’unione coniugale garantendo a Israele le condizioni migliori e possibilmente senza dover pagare alimenti al coniuge separato”.<BR/><BR/>(Da: Ha’aretz, 16.02.09)Anonymousnoreply@blogger.com