Facendo una rapida analisi degli artt. 2, 6 e 7, di questa trovata ministeriale, si ricava che qualsiasi manifestazione pubblica del pensiero viene definita "prodotto editoriale". Chi se ne fa latore viene immediatamente sottoposto a registrazione (presso il ROC, Registro degli Operatori di Comunicazione) e risponde personalmente, in sede civile e penale, dei relativi contenuti, da chiunque provengano. Per esempio, i commenti all'interno di una discussione su un forum, da chiunque proposti, vengono ascritti alla volontà del titolare del sito che ospita il forum a titolo di responsabilità oggettiva - esattamente come accade al direttore responsabile di un giornale - per non aver impedito (e/o rimosso) la manifestazione del pensiero altrui. Questo indegno progetto di legge ripropone le elucubrazioni interpretative che hanno già indotto qualche magistrato (perlomeno in primo grado) ad equiparare la posizione del blogger a quella del direttore responsabile di una testata giornalistica, "creando" una norma che non esisteva e che oggi, con l'atto governativo in questione, minaccia di vedere la luce. I presupposti e gli scopi di questo provvedimento liberticida - nella teoria ed ancor più nella pratica - non meritano discussione, correttivi o emendamenti. Si tratta di un bavaglio indecoroso, di una risposta isterica e trasversale al pericolo dell'informazione generalizzata (pertanto fuori dal controllo notoriamente esercitato sui media tradizionali), allorché, soprattutto, essa risulti tesa a smascherare ed esporre le inadeguatezze e le malefatte del potere.
sabato, ottobre 20, 2007
Stupefacenti
Facendo una rapida analisi degli artt. 2, 6 e 7, di questa trovata ministeriale, si ricava che qualsiasi manifestazione pubblica del pensiero viene definita "prodotto editoriale". Chi se ne fa latore viene immediatamente sottoposto a registrazione (presso il ROC, Registro degli Operatori di Comunicazione) e risponde personalmente, in sede civile e penale, dei relativi contenuti, da chiunque provengano. Per esempio, i commenti all'interno di una discussione su un forum, da chiunque proposti, vengono ascritti alla volontà del titolare del sito che ospita il forum a titolo di responsabilità oggettiva - esattamente come accade al direttore responsabile di un giornale - per non aver impedito (e/o rimosso) la manifestazione del pensiero altrui. Questo indegno progetto di legge ripropone le elucubrazioni interpretative che hanno già indotto qualche magistrato (perlomeno in primo grado) ad equiparare la posizione del blogger a quella del direttore responsabile di una testata giornalistica, "creando" una norma che non esisteva e che oggi, con l'atto governativo in questione, minaccia di vedere la luce. I presupposti e gli scopi di questo provvedimento liberticida - nella teoria ed ancor più nella pratica - non meritano discussione, correttivi o emendamenti. Si tratta di un bavaglio indecoroso, di una risposta isterica e trasversale al pericolo dell'informazione generalizzata (pertanto fuori dal controllo notoriamente esercitato sui media tradizionali), allorché, soprattutto, essa risulti tesa a smascherare ed esporre le inadeguatezze e le malefatte del potere.
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