«Nel tentativo di respingere le voci che lo vedono favorevole ai palestinesi, o - Dio non voglia - musulmano, Barack Obama ha messo in chiaro nel corso del dibattito finale dei Democratici per le elezioni presidenziali, di essere tutto tranne che quello. Pungolato sulla questione da Tim Russert della NBC, Obama ha detto di essere da tanto tempo "fedele amico di Israele", penando che quel paese sia uno dei "più importanti alleati [degli USA] nella regione" e addirittura aggiungendo di considerare la sicurezza di Israele "sacrosanct". La santificata conferma che manterrebbe lo sbilenco sostegno degli USA per Israele è arrivata lo stesso giorno in cui sette palestinesi sono stati uccisi dalle incursioni aeree israeliane a Gaza. Dai "negoziati di pace" ripresi in novembre, le forze armate israeliane hanno ucciso, secondo i rapporti, più di 200 palestinesi. Parlano a un gruppo di cento sostenitori di Israele a Cleveland, questa settimana, Obama ha assicurato alla folla che come presidente terrà l'Iran nel mirino per proteggere gli interessi israeliani. "Ora la minaccia più seria ...per Israele oggi, penso, sia dall'Iran. Là il regime radicale continua a perseguire la capacità di costruire un'arma nucleare e continua a sostenere il terrorismo nella region" - ha spiegato. "Le minacce di distruggere Israele non possono essere archiviate come retoriche. La minaccia iraniana è reale e il mio obiettivo come presidente sarebbe di eliminare quella minaccia". Dopo aver ripetuto che metterebbe fine alla guerra in Iraq come prima cosa, Obama ha promesso che porterebbe la sua attenzione ai vicini di quella regione. "Il mio approccio all'Iran sarà di diplomazia aggressiva: non toglierò dal tavolo alcuna opzione militare". Per il vero, Obama ha menzionato qualcosa che pochi Democratici a Washington avrebbero osato pronunciare: "penso che ci sia uno strappo all'interno della comunità pro-Israele che sostiene che se non adotti un approccio risoluto a favore del Likud tu sei anti israeliano e questa non può essere la misura della nostra amicizia con Israele". Dopo aver puntualizzato l'ovvio, in ogni caso, Obama ha lodato la recente invasione israeliana in Libano, l'inclinazione filo israeliana a Capitol Hill e la sua richiesta che Israele rimanga uno stato ebraico". "Qualsiasi negoziato di pace tra Israele e i palestinesi dovrà contenere l'abbandono da parte dei palestinesi del diritto al ritorno come è stato considerato nel passato", ha asserito. "E questo non significa che non ci possa essere una discussione sulla questione delle compensazioni". Che generosità! Ma cosa conta di fare Obama con gli oltre 1,4 milioni di arabi non ebrei che vivono nel paese? Continuare a trattarli come cittadini di seconda classe o semplicemente cacciarli fuori a pedate? Obama ha chiamato Israele "democrazia", ma come ex editore della Rivista Legale di Harvard si pensa che dovrebbe conoscere quello che il termine effettivamente significhi. Sicuramente gli arabi israeliani possono votare, ma non possono ottenere l'ufficio se sono democratici secolari che vogliono diritti civili per tutti i cittadini del paese. Non hanno protezione costituzionale (Israele non ha una costituzione formale) e possono solo possedere terra in certe zone come conseguenza di leggi inique che garantiscono uno speciale trattamento ai cittadini ebrei».
sabato, marzo 01, 2008
Obama, the song remains the same
«Nel tentativo di respingere le voci che lo vedono favorevole ai palestinesi, o - Dio non voglia - musulmano, Barack Obama ha messo in chiaro nel corso del dibattito finale dei Democratici per le elezioni presidenziali, di essere tutto tranne che quello. Pungolato sulla questione da Tim Russert della NBC, Obama ha detto di essere da tanto tempo "fedele amico di Israele", penando che quel paese sia uno dei "più importanti alleati [degli USA] nella regione" e addirittura aggiungendo di considerare la sicurezza di Israele "sacrosanct". La santificata conferma che manterrebbe lo sbilenco sostegno degli USA per Israele è arrivata lo stesso giorno in cui sette palestinesi sono stati uccisi dalle incursioni aeree israeliane a Gaza. Dai "negoziati di pace" ripresi in novembre, le forze armate israeliane hanno ucciso, secondo i rapporti, più di 200 palestinesi. Parlano a un gruppo di cento sostenitori di Israele a Cleveland, questa settimana, Obama ha assicurato alla folla che come presidente terrà l'Iran nel mirino per proteggere gli interessi israeliani. "Ora la minaccia più seria ...per Israele oggi, penso, sia dall'Iran. Là il regime radicale continua a perseguire la capacità di costruire un'arma nucleare e continua a sostenere il terrorismo nella region" - ha spiegato. "Le minacce di distruggere Israele non possono essere archiviate come retoriche. La minaccia iraniana è reale e il mio obiettivo come presidente sarebbe di eliminare quella minaccia". Dopo aver ripetuto che metterebbe fine alla guerra in Iraq come prima cosa, Obama ha promesso che porterebbe la sua attenzione ai vicini di quella regione. "Il mio approccio all'Iran sarà di diplomazia aggressiva: non toglierò dal tavolo alcuna opzione militare". Per il vero, Obama ha menzionato qualcosa che pochi Democratici a Washington avrebbero osato pronunciare: "penso che ci sia uno strappo all'interno della comunità pro-Israele che sostiene che se non adotti un approccio risoluto a favore del Likud tu sei anti israeliano e questa non può essere la misura della nostra amicizia con Israele". Dopo aver puntualizzato l'ovvio, in ogni caso, Obama ha lodato la recente invasione israeliana in Libano, l'inclinazione filo israeliana a Capitol Hill e la sua richiesta che Israele rimanga uno stato ebraico". "Qualsiasi negoziato di pace tra Israele e i palestinesi dovrà contenere l'abbandono da parte dei palestinesi del diritto al ritorno come è stato considerato nel passato", ha asserito. "E questo non significa che non ci possa essere una discussione sulla questione delle compensazioni". Che generosità! Ma cosa conta di fare Obama con gli oltre 1,4 milioni di arabi non ebrei che vivono nel paese? Continuare a trattarli come cittadini di seconda classe o semplicemente cacciarli fuori a pedate? Obama ha chiamato Israele "democrazia", ma come ex editore della Rivista Legale di Harvard si pensa che dovrebbe conoscere quello che il termine effettivamente significhi. Sicuramente gli arabi israeliani possono votare, ma non possono ottenere l'ufficio se sono democratici secolari che vogliono diritti civili per tutti i cittadini del paese. Non hanno protezione costituzionale (Israele non ha una costituzione formale) e possono solo possedere terra in certe zone come conseguenza di leggi inique che garantiscono uno speciale trattamento ai cittadini ebrei».
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