sabato, dicembre 01, 2012

Da octopus a seppia

Indebolita dal voto dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e dalla imbarazzante capacità dei palestinesi di Gaza di rimanere vivi a onta della abissale sproporzione delle forze in campo, la deriva filo-israelista arranca. I lobbysti italioti imperversano in un disperato tentativo di guadagnare il terreno, ormai perduto, che la storia e la diffusa evoluzione verso un sistema più giusto si rifiutano di concedere, confinandoli ai margini del ridicolo. Mentre lo stato di Israele si guadagna a pieno titolo la diffusa definizione di "rogue state", abbraccia ed espone la propria politica guerrafondaia e di apartheid, gli scampoli dell'israelismo nostrano insistono nel diffondere come possono - dai soliti fogliacci e sulla rete - un verbo ormai sbugiardato internazionalmente, nel disperato tentativo di "facere de albo nigrum". Da octopus a seppia, appunto.
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OCTOPUS 
[pipistro on line Friday, October 26, 2007]
"Ebbene sì, i tentacoli della Lobby per antonomasia, ben noti al pubblico americano, sottoposto ai voleri dettati da un coacervo trasversale di politici filo israeliani, fondamentalisti cristiani, simpatizzanti o rapaci collettori di fondi elettorali, si insinuano anche nella vecchia Europa [...]
Ora, a qualsiasi mediocre esperto in comunicazione, a qualsiasi analista o anche solo a chi scorra le pagine della propaganda iniettata tra le notizie dei mezzi di grande diffusione in Europa, non può sfuggire il fatto che il trasversale sistema lobbystico filo israeliano non ha cambiato atteggiamento, ma solo strategia. Quanto veniva infiltrato tra le parole di un discreto numero di commentatori ed opinionisti o tra le righe dei testi destinati a formare chi volesse intraprendere l'analisi del problema medio orientale, gode adesso, in più, della deriva guerrafondaia e neoconservatrice di ispirata provenienza americana. Una deriva che - agitando guerra al terrorismo, guerra preventiva e conflitto di civiltà - semplifica l'attualità a "beneficio" popolare e nasconde le proprie mire concrete (e qui semplifico io) in termini di egemonia, di espansione, di controllo a vari livelli sulla vita altrui e giocando su denaro, armi, petrolio, dio e miserie umane, si batte per mantenere sulla globalità del pianeta un impossibile status quo, la divinizzazione di un sistema incompatibile con la naturale rivalutazione del concetto di uguaglianza. Dicevamo che è cambiata strategia e quello che fino ad alcuni anni addietro sarebbe risultato impensabile ed impresentabile alla sensibilità giuridica e sociale europea, oggi si presenta nel vecchio continente in termini di grottesca e grossolana ingerenza e di fazioso annebbiamento dei fatti. Ma più dei vari Dershowitz - agevolmente esposti alla riprovazione di chi non si accontenta della propaganda (abbondante anche da noi) - preoccupa chi, assai più spesso e sotto mentite spoglie, propone la stessa deviata operazione avvalendosi dei ben più sottili mezzi, anche dialettici, di tradizione - quella sì - assolutamente europea".