venerdì, febbraio 25, 2005

Mala tempora

TEHERAN - L'Iran "è determinato nel proseguire il processo per l'arricchimento dell'uranio", una tecnologia che può essere impiegata anche per costruire ordigni atomici. È stata questa, oggi, la risposta del ministro degli esteri, Kamal Kharrazi, all'annuncio di una sorta di 'fronte comune' diplomatico tra Usa e Ue per impedire che la Repubblica islamica si doti di armi nucleari (...) Non meno dure le parole del presidente Mohammad Khatami: "Gli europei - ha detto - subirebbero un danno peggiore dell'Iran se decidessero di piegarsi alle pressioni americane". La loro "dignità di fronte al mondo", secondo il presidente iraniano, ne uscirebbe scalfita, così come i loro interessi economici in Medio Oriente. [Swissinfo 23 feb 2005]
Così riferisce Swissinfo, titolando "Nucleare: Iran, dura risposta a fronte comune Usa-Ue".

La risposta di Kharrazi proseguirebbe tuttavia in tono parzialmente diverso. Irib News (Islamic Republic of Iran Broadcasting) riferisce e completa il discorso di Kharrazi: "Il ministro degli esteri Kamal Kharrazi ha detto qui mercoledì che Teheran è determinato nel proseguire il processo per l'arricchimento dell'uranio ma che colloqui sono in corso per rimuovere le preoccupazioni dell'EU sulla possibile produzione di armi nucleari da parte dell'Iran ...". Non più dure del prevedibile, poi, le parole di Khatami che, sempre secondo Irib News, prima di mostrare il suo rammarico per il possibile atteggiamento europeo di condiscendenza alle pressioni USA avrebbe "sottolineato il diritto dell'Iran di avere accesso alle tecnologie nucleari [expressis verbis] per scopi pacifici". Per completezza occorre aggiungere che - secondo le parole dell'IRNA (Islamic Republic News Agency) - Khatami invita esplicitamente l'EU a garantire all'Iran la prosecuzione di applicazioni pacifiche della tecnologia nucleare e che a sua volta l'Iran garantirà di "non deviare dal sentiero di un [suo] pacifico utilizzo". Nel discorso ai giornalisti Khatami ha sottolineato che l'Iran ha volontariamente accettato il trattato di non proliferazione nucleare (NPT) ed intende mantenere gli impegni come immagina faccia l'Europa ed ha espresso la speranza che l'EU non intenda seguire le richieste degli USA consentendo all'Iran di proseguire per la sua strada. Ha inoltre precisato che Teheran sarebbe dispiaciuta di un'azione sugli impianti nucleari ma che i tecnici iraniani a fronte di una simile iniziativa sarebbero rapidamente in grado di ripristinare tali impianti. Khatami ha poi inteso mettere in guardia l'Europa da ogni decisione sotto l'influenza degli USA precisando - come ha riferito Swissinfo - che gli europei ne soffrirebbero maggiormente dell'Iran.

Ma leggiamo, infine, Le Monde diplomatique di febbraio 2005: Israele è convinto che a breve termine il programma nucleare iraniano raggiungerà un punto di non ritorno. «Se non si interviene, tra sei mesi l'iran sarà in grado di produrre uranio arricchito e avrà così la possibilità di fabbricare entro il 2008 la sua prima bomba atomica», ha affermato il 12 gennaio 2005 il generale Abraham Zeevi, capo dell'intelligence militare israeliana; e ha poi sottolineato che l'Iran dispone già di un missile della portata di 1300 km, lo Shihab-3, «in grado di colpire il cuore dello stato di Israele».
Stiamo andando verso il disastro in funzione preventiva?

giovedì, febbraio 24, 2005

Talking to Terrorists? (Che ci abbiano ingannati?)

Adesso ci dicono che l'amministrazione USA starebbe trattando con fazioni dei ribelli iraqeni. Negli ultimi venti mesi ci hanno detto continuamente che non esisteva una resistenza nazionalista in Iraq. C'erano solo pazzi assassini che attaccavano praticamente chiunque e a caso, inclusi civili iraqeni e bambini. E ora l'amministrazione USA sta negoziando con i terroristi? Tutti sappiamo essere una ferma e costante politica USA non negoziare con i terroristi. Possiamo perciò immaginare che l'amministrazione stia negoziando con la resistenza (o almeno con una o più delle sue fazioni). La domanda è: quando si sono accorti che esisteva una "resistenza"? Hanno scoperto di recente che c'era più di un gruppo di combattenti in Iraq ... o lo sapevano già? Se lo sapevano, perchè hanno ingannato l'America e il mondo? Se lo hanno scoperto di recente questo può essere dovuto solo a grossolana incompetenza ... [Talking to Terrorists?]

venerdì, febbraio 18, 2005

Noi

Uomini e donne sotto lo stesso cielo e un dio comune ...troppo complicato, troppe cose. Prendi tutte queste cose, ok sono un po' sparpagliate ma provaci, uomini, donne, cielo, dio e il resto. Ok? Fatto? Bene. Adesso pensa che questi enti si facciano del bene, del male, del così così, del niente. Ok? Ok. Adesso pensa che questi enti, volenti o nolenti, tornino ad essere un'unità. Quest'unità si sarà dunque autoinflitta, secondo i casi, del bene, del male, del niente, dell'altro. Uomini, donne, sassi, cielo, dio, l'idraulico, ughetto e gli altri. Ogni volta che l'idraulico pesta la coda a ughetto o dio consente lo tsunami l'unità soffre. Ogni volta che un disgraziato muore di fame e di solitudine l'unità soffre. La sofferenza di uno degli enti è comunque una sofferenza che l'unità si autoinfligge. Nessuno da implorare, nè da maledire. Solo un immarcescibile ed incommensurabilmente stupido Noi.

sabato, febbraio 12, 2005

Crimine mediatico

«In Iraq ci sono state e continuano a esserci due guerre: la prima con bombe, attentati e la ricerca delle presunte ‘weapons of mass destruction’, le armi di distruzione di massa, mai trovate: l’altra condotta con propaganda mediatica, satelliti e giornalisti: ‘weapons of mass deception’, le armi d’inganno di massa’”. Utilizza un fine gioco di parole il produttore e regista indipendente americano Danny Schechter per denunciare un conflitto “creato sull’imbroglio”, intervenendo alla prima seduta del Tribunale mondiale sull’Iraq, riunito a Roma per tre giorni in una sessione dedicata alla ‘Violazione dei media contro la verità e l’umanità’. “Se analizziamo il ruolo dell’informazione nel conflitto iracheno – prosegue – forse è venuto il momento di parlare di 'crimine mediatico' ...»[MISNA]