domenica, luglio 24, 2005

Khalid è libero!

Lo ha comunicato suo fratello Raed Jarrar sul blog "Raed in the Middle" stasera.

«Dopo lunghi giorni di incertezza e preoccupazione, Khalid ora è libero. Vogliamo ringraziare tutti quelli che hanno cercato di darci conforto in questi giorni difficili con gentili email e messaggi. Per le ultime due settimane, la mia famiglia ed io abbiamo impiegato tutte le nostre forze cercando di ottenere che Khalid fosse rilasciato dal carcere in Iraq. Ora che è libero dirigeremo i nostri sforzi verso le decine di migliaia di altre persone innocenti imprigionate nei centri di detenzione negli USA o nelle carceri del regime supportato dagli USA». - Posted By Raed Jarrar at 10:17

mercoledì, luglio 20, 2005

Khalid Jarrar, blogger iraqeno, rapito e incarcerato dal mukhabarat

Molti di noi conoscono il blog "Baghdad Burning" e gli ottimi post della blogger "river" di Baghdad. E alcuni di noi conoscono il blog "Tell me a secret" di Khalid Jarrar. Non so se ricordate la storia di "D", ragazza iraqena scampata ai razzi sparati all'università di Baghdad (traduzione in "D è viva!"). Ecco, sembra che proprio Khalid Jarrar, sia in grossi guai. Riporto il post di river.
«Venerdì, 15 luglio 2005 - Preghiere per Khalid ...
Raed di "Raed in the Middle" ha alcune pessime notizie. Suo fratello Khalid del blog Tell me a Secret è stato rapito dai nuovi servizi segreti (mukhabarat) iraqeni. Stiamo tutti pregando che stia bene e che Allah/Dio dia alla sua famiglia la forza di affrontare questa situazione. Nid3eelek bil salameh wil rijoo3 ila il a7ibeh wil ahal wil 7'irooj min hathihi il mi7neh bi 7'air ya Khalid... - posted by river @ 12:01 PM»


Quello che segue è il preambolo e il manifesto del blog di Khalid: «Io sono a favore di Dio, io sono a favore della vita, io sono a favore dell'umanità, io sono a favore della verità. E quando il governo americano sceglie di essere contro tutto questo, allora, accidenti, io sono contro il governo americano».
Particolare a dir poco inquietante, in un post del 10 luglio scorso, Khalid Jarrar comunicava che di ritorno da Amman ha trovato la casa svaligiata da ladri molto singolari che avevano portato via parti dei suoi computer. Questa era stata la sua veloce interpretazione: «Volevano rubare i miei due computer ma non sono riusciti perchè erano troppo grossi per il buco che avevano fatto, così, invece, stranamente, li hanno aperti ed hanno estratto e portato via solo alcuni pezzi importanti! Ora, signori e signore, non è carino? :) Ladri ben educati! Sì, non sono solo al governo ora, ma anche nelle strade, chi dice che c'è mancanza di creatività in Iraq? ...» [link]

Ma almeno è vivo!

Khalid ha telefonato dalle prigioni del mukhabarat dove pare sia stato rinchiuso per questioni ...attinenti il suo blog. Lo ha comunicato il fratello, Raed, il 14 luglio scorso.
«My mom called me today at 7 in the morning, shouting with happiness: "Your brother is okay!". Niki and I were the last members of the family to know the "happy news". My brother called my dad from the Iraqi mokhabarat's jail to inform us he was alive; he said he was abducted by the mukhabarat men from his university. My dad called my mom and Majed, and they informed us then.
The feelings of joyfulness in our family now would give anyone the impression that my brother has won the lottery! My mom spent the morning planning my brother's future, including the arrangements of his wedding party!
If your child or sibling vanishes for two days then calls from the secret service jail in any other place on earth, that would be considered a disaster and a violation of human rights…
In Iraq, however, it’s Happy News.
Because the other options include: To be tortured, executed, and thrown in garbage by SCIRI and their Badr brigades. To be held by the Iraqi police and left to choke to death in one of their cars. To be held by the US troops then disappear and be mistreated for months in one of their many prisons. To be kidnapped by one of the countless criminal gangs and cost your family some tens of millions of Iraqi Dinars and/or your life.
So now you can see why being held at the mukhabarat jail is such happy news!
My dad said that Khalid mentioned something about his writings or his blog. We’re not sure whether our blogs are the reason behind the abduction of my brother, but it’s one of the possible scenarios. In case if they were, we’ll stand for our political values of anti-violence, anti-occupation, pro-dialogue, pro-free speech, and all of the other honourable stands that my family has taken in our lifetime.
Our goal now is to ask the mokhabarat to take my brother to court and reveal what exactly he is being charged with (if anything)».
[link]

Commenti sulla Torre di Babele
Notizie sul blog del fratello di Khalid, Raed in the Middle
Forum sul Guardian Unlimited
Petizione per la liberazione di Khalid Jarrar su The Petition Site

"I need help"

La situazione non sta migliorando in nulla per il giovane blogger Sohrab di Kabul. Poichè non esistono situazioni che possano a priori essere prese alla leggera, ricopio di seguito la nota al post datato 19 luglio di Sohrab Kabuli. Il messaggio è piuttosto enfatico, ma, come mi è stato ripetutamente precisato, conosciamo molto poco la situazione sul posto.
«NOTE: I will also write a clarification soon about receiving death threats from B.B.C journalist. How he is going to reveal my identity to warlords that he may connected. But i will keep update here to show that i am still alive and not killed yet. I will keep up to date here until i am alive, if you see that this page is not in update any longer; believe that Sohrab kabuli is not alive any longer to update his "shared pains". To show how stubborn i am about my freedom of speech i will keep upgrading here with the news from B.B.C a giant media company. Before going to death i want to bring my voice to the world if any humanitarian organizations have the humanity sense to safe me. I want to bring my voice to all bloggers that an Afghan blogger from long distance but close heart and kindly asking for help».
Ricopio infine qui il lapidario messaggio postato su questo blog da Sohrab alle 7.37 am (4:37 PM ora italiana): «Afghanlord said... Dear Pipistro, I need help!» Prego chiunque abbia un riferimento sicuro o perlomeno affidabile a Kabul di comunicarmelo.

[v. aggiornamenti nei commenti]

lunedì, luglio 18, 2005

Afghan Lord vs BBC (aggiornamento)

Questo è il comunicato trasmessomi il 17 luglio da Sohrab Kabuli (pseudonimo del giovanissimo titolare del blog "Afghan Lord" di Kabul) e ricevuto da parte della BBC, in particolare dall'Editor della Afghan Stream di BBC WS, Persian/Pashto Service. Il comunicato - tradotto alla meno peggio - non brilla comunque per chiarezza e mi scuso per eventuali inesattezze. Il ventiduenne blogger afghano si chiede ora, senza mezzi termini, cosa deve fare. L'assenza di un affidabile riferimento impedisce a mio avviso, per il momento, di fare ulteriore chiarezza sulla vicenda senza la piena e concreta collaborazione della BBC. Per opportuna informazione di tutti, in questi giorni si sono verificati numerosi accessi da parte di macchine del server BBC su nostri blog (italiani) che hanno trattato la questione.

«...La BBC ha concluso le sue indagini ma è non è stata in grado di raggiungere una risposta definitiva per le ragioni sotto evidenziate. Riteniamo comunque che ora siano state raggiunte prove suscettibili di mettere in dubbio il contenuto della denuncia e il modo in cui il sito del sig. Kabuli ha dichiaratamente subito accessi da un computer della BBC. La BBC è stata in grado di stabilire i seguenti fatti. L'indirizzo IP menzionato da Sohrab Kabuli (uno pseudonimo) nel suo blog appartiene ad un computer situato nell'ufficio della BBC di Kabul. Comunque il computer non è assegnato ad una particolare persona e può essere usato da chiunque nell'ufficio. La BBC non è in grado di confermare se i messaggi in questione provenissero da [quella] macchina o fossero alterati sul blog per apparire come provenienti dal pc. Però l'indagine ha evidenziato che il sig. Kabuli può aver avuto accesso al computer in questione. La BBC contatterà il sig. Kabuli direttamente per chiarire questo ed altre questioni relative ad allegazioni di precedenti incidenti su e-mail abusive inviate ad altri broadcasters internazionali. La BBC può confermare di non aver trovato prova di condotte minacciose nei confronti del sig. Kabuli da parte di alcun membro dello staff della BBC. La BBC può confermare che il sig. Kabuli non è sottoposto a minacce da parte della BBC. La BBC chiarisce che tali comunicazioni sarebbero contrarie alle linee di condotta della BBC e inaccettabili se provenissero da alcun membro della BBC. La BBC non comprende perchè le e-mail contenenti materiale offensivo e minaccioso siano state rese pubbliche dopo due mesi da una fonte che diffonde tramite il blog quotidianamente. Il tempo trascorso per rendere pubblica la denuncia in questione ha comportato difficoltà nel raggiungere una conclusione definitiva nonostante le nostre migliori intenzioni. Comunque non abbiamo trovato una prova decisiva o conclusiva che la minaccia provenisse da un membro dello staff della BBC. Se il sig. Kabuli ha ulteriori prove la BBC sarà grata di riceverle. La BBC si impegna ad investigare immediatamente su future denunce se le stesse saranno inoltrate tempestivamente».

Il 18 luglio Sohrab mi ha trasmesso la sua risposta alla mail dell'Editor della BBC WS Persian-Pashto Service, Mr. Zahir Tanin, mandandone copia al Direttore delle News Richard Sambrook e al Direttore per l'Afghanistan, e al loro servizio per la segnalazione degli abusi.

Nella mail di risposta Sohrab ha precisato:
- che solo le "normali" mail del loro sedicente giornalista - quelle in cui esprimeva una semplice opinione - sono piuttosto datate (di un paio di mesi fa) e che invece le minacce ricevute arrivano ai giorni nostri;
- che quelle mail servono solo a far constatare l'identità di IP rispetto a quelle contenenti minacce;
- che non è stato effettuato da lui alcun "accesso ai loro computer" (!!) ma solo controllato, ovviamente, il traffico in ingresso sul blog Afghan Lord di provenienza computer e server della BBC;
- che non avrà difficoltà a precisare la sua identità (più volte ricercata da BBC tramite rete) se verrà convocato personalmente presso i loro uffici di Kabul;
- che il loro compito è quello di individuare se il sedicente giornalista BBC - di cui, ripeto, è noto nome e cognome - ha inviato quei messaggi personali e di minaccia ed insegnargli ad usare il computer della BBC secondo le regole e la "policy" dei network internazionali.

mercoledì, luglio 13, 2005

Punti di vista

Roma, 12 luglio 2005 - Entro 6 mesi l'Italia sara' colpita da attacco chimico. E' il momento di colpire Berlusconi. Lo sostiene l'ex imam di Carmagnola. Abdel Qader Fadlallah Mamour,seguace di Bin Laden, gia' espulso dal nostro paese, lo ha dichiarato in un'intervista rilasciata a Sky TG24.'Le citta' candidate ad essere colpite,secondo Mamour, sono Roma, Milano, Bologna, Venezia e le armi utilizzate: "armi non convenzionali come il gas nervino che l'Italia non e' in grado di individuare". [Ansa]

Tutte le volte che i media riferiscono di un attacco terroristico, un miliardo di musulmani nel mondo trattiene il respiro e prega, "o Dio, fa che non sia un musulmano".
Negli ultimi anni le parole "terrorista" e "musulmano" sono malauguratamente diventate sinonimi. Uccidere gente innocente nel nome della religione è diventato il marchio di fabbrica di certi segmenti della nostra comunità. Questo non succede perchè i musulmani sono intrinsecamente gente violenta, o perchè la nostra religione ci ordina di uccidere. E' perchè l'Islam e il suo messaggio sono stati dirottati da una piccola minoranza di fascisti seguaci adoratori della morte, sorti da gruppi nutriti per decine di anni da governi occidentali ansiosi di contenere il diffondersi del comunismo.
Ero un adolescente quando ho incontrato per la prima volta la violenza e le tattiche fasciste degli estremisti islamici. Era il 1969, al campus dell'Università di Karachi quando vidi per la prima volta dei vigilanti islamici promuovere la separazione secondo il sesso tra ragazzi e ragazze [...] Oggi, mentre le varie sussidiarie di Al-Qaida uccidono gente innocente nel nome della battaglia contro il "decadente mondo occidentale" e George Bush restituisce il favore chiamandoli "il male", alcuni di noi sono abbastanza vecchi per ricordare e non possono far altro che scuotere la testa sconcertati. Un giorno gli storici dovranno scrivere il sordido capitolo in cui un mostro creato per distruggere l'avversario si è rivoltato contro il suo stesso creatore [...]
Ai miei fratelli e sorelle musulmani dico che il nemico numero uno dell'Islam è oggi Al-Qaida, e quelli che invocano l'Islam per ottenere il potere; sia esso in Arabia Saudita, in Iran o nella moschea locale. Non sono vostri amici. Il mondo guarda ad un futuro tetro e noi musulmani in Canada e in occidente abbiamo bisogno di condurre una battaglia contro l'ideologia di Al-Qaeda. Abbiamo bisogno di vincere dove George Bush ha fallito. Amici, è una battaglia di idee e "a Dio piacendo", la ragione trionferà sull'odio e sul dogma.
[Tarek Fatah su MWU]

sabato, luglio 09, 2005

La BBC indaga (aggiornamento)

La BBC ha preso seriamente la denuncia del blogger Sohrab Kabuli di Afghan Lord e i pressanti solleciti pervenuti da tutta la "blogsphera". Successivamente al comunicato del 5 luglio 2005 del Direttore delle News, Richard Sambrook, è infatti intervenuto anche l'Editor dell'Afghanistan World Service, Zahir Tanin. Allo stato la BBC ha affermato prudentemente e prevedibilmente di non aver trovato prova della provenienza delle minacce da un membro del loro staff, ma che le loro investigazioni sono tuttora in corso e si è riservato di comunicare i risultati delle indagini non appena in possesso di notizie affidabili. Ricopio di seguito il messaggio inviato a Sohrab dalla sezione afghana della BBC il 7 luglio scorso. Lo scopo della denuncia è comunque per il momento raggiunto. Chiunque sia, infatti, l'autore delle minacce, giornalista o mitomane, egli sa di essere ormai costantemente sotto osservazione.

«Date 07/07/2005 - Dear Mr Kabuli, I would like to acknowledge the receipt of your letter making serious allegations against a member of my staff. May I assure you that we are conducting an in-depth investigation which at this stage is continuing. I'm enclosing a statement released by the BBC explaining our current position: "The BBC has been investigating a serious allegation that offensive e-mails were sent from one of its staff members in the Kabul office. We are treating this extremely seriously. We are clear such a communication would contravene BBC guidelines and be unacceptable if they came from any BBC staff member. We are conducting an urgent investigation both in London and in Kabul to ascertain whether the e-mails came from the BBC. At this stage we have found no evidence of inappropriate or threatening behaviour by our staff towards Mr Sohrab Kabuli who made the complaint. The BBC continues to investigate the complaint further and will communicate the results of our investigation as soon as we have any reliable information. But at this stage we can re-affirm that we have found no evidence of threatening behaviour toward Mr Kabuli by any BBC staff member". Zahir Tanin Editor Afghanistan BBC WS, Persian /Pashto Service - Telephone: +4420755*****» [link]

lunedì, luglio 04, 2005

Minacce a un blogger di Kabul

Sembra che qualcuno, abusando di un indirizzo IP della BBC, stia minacciando da giorni un giovanissimo blogger di Kabul. Trascrivo dal blog Afghan Lord alla data di oggi.

«Domenica, 3 luglio 2005
Da una settimana ricevo messaggi di minaccia alla mia sicurezza personale da un giornalista della BBC di Kabul e non potrò continuare ad aggiornare questa pagina per qualche giorno. Ho trovato il suo indirizzo informatico (IP), ho fatto una ricerca con quell'IP tramite tracking (IP tracer) e ho trovato i seguenti risultati: indirizzo IP 132.185.144.120 - England - London - UK - British Broadcasting Corporation. Sono spaventato e di pessimo umore. Contatti: afghanlord@yahoo.com - kabuli_2005@yahoo.com Il mio blog in farsi: http://kabul2.blogsky.com "Shared Pains" è vincitore del premio per la libertà di espressione con altri sette selezionati tra altri 60 nel mondo, vedi su Reporters Without Borders. Postato da Sohrab Kabuli Afghanlord, 11:32 PM».


Il blog in farsi "Shared Pains" del giovanissimo blogger Sohrab Kabuli è citato dalla stessa BBC al seguente link.

Aggiornamento del 4 luglio 2005.

Ricevo da Sohrab Kabuli e giro a tutti.

«Ho preso questi messaggi dall'archivio del mio weblog (http://kabul2.blogsky.com - ndr è in farsi). Un certo Mr ******* (nome e cognome), che ha di recente sconvolto la mia vita, è entrato nel mio blog con le seguenti specifiche: vero nome, indirizzo del suo blog, indirizzo e-mail ed IP.
Dopo un paio di mesi, Mr *****, ha messo un nuovo messaggio nel box del mio blog ma con lo pseudonimo "Io ti conosco" ("meshnasamat" in farsi), mentre tutte le altre specifiche indicavano essere la stessa persona. Questa volta Mr. ***** mi scriveva le parole più sporche e disgustose. All'inizio provvedevo a cancellare i messaggi uno dopo l'altro. Oggi sta minacciando di pubblicare presto il mio vero nome, e aggiunge: "I tuoi giorni sono finiti. Smettila di scrivere ulteriormente". Ora sono in una situazione comprensibilmente dura. Come risultato dei miei pungenti commenti politici sulla situazione sento la mia vita personale in pericolo ...».


A titolo di esempio, ricopio il testo del messaggio ricevuto dal personaggio di cui sopra (IP corrispondente a Mr. *****) sotto lo pseudonimo "Io ti conosco", che Sohrab Kabuli ha tradotto dal farsi all'inglese.

«Have you scared a lot? So timid you are. You are exactly like a wounded dog. Do you think I do not know you? You are the one who once used to grow longer hair. You are the one, whose last three digits of mobile number end with 033. Aren't you? You are the one who once used to work with the InterNews, and you are still working. Aren't you? Do not so disappointedly shake your hands and feet. Your work has come to its end. I will very soon disclose your dirty name. filths like you do not have any place in this land. You have to be buried in a muck grave. You and your complexes should be buried under debris of stone and clay. There were a number of people like you, who did not remain alive. They were all buried in graves. You have to be taken off from this land so that better human beings could take your place. For, you are dirty».

Ragionevolmente riterrei che Mr. ****** che si presenta utilizzando il nome e cognome di un giornalista della BBC, con l'indicazione di un sito web e un indirizzo e-mail corrispondenti e prosegue nei suoi minacciosi sproloqui abusando di un IP che appartiene apparentemente alla medesima BBC, sia un usurpatore, millantatore e mitomane. I suoi dati sono stati comunicati alla BBC per le verifiche del caso ma non mi risulta che allo stato la British Broadcasting Corporation si sia fatta viva.