martedì, febbraio 14, 2006
L'imbarazzante vicenda di el-Motassadeq
Mounir el-Motassadeq [منير المتصدق ] ventotto anni, cittadino marocchino, è stato arrestato nel novembre 2001 in Germania perchè sospettato di aver fornito supporto, anche finanziario, per l'attacco alle Torri del WTC dell'11 settembre 2001, in quanto conoscente o amico di Mohammed Atta, Marwan Al-Shehhi e Ziad Jarrah e di altri membri della cosiddetta cellula di al-qaida ad Amburgo. La sua storia è stata a suo tempo ampiamente diffusa. Era giunto in Germania, a Muenster, nel 1993, si era sposato con una donna russa di San Pietroburgo successivamente convertita all'Islam ed aveva avuto due figli. Studente di ingegneria elettronica all'università di Amburgo dal 1995, dove studiava anche Atta, ha ammesso di aver conosciuto i leader presunti responsabili degli attacchi dell'11 settembre, ma ha sempre negato di essere in alcun modo coinvolto in quella o altre operazioni terroristiche. Nel 2000 si sarebbe recato ad Istanbul e da lì per un breve periodo si sarebbe spostato in un campo di addestramento di al-qaida in Afghanistan. Nondimeno la polizia tedesca avrebbe monitorato i suoi movimenti senza scoprire alcuna informazione utile per incriminarlo. Su Mohammed Atta ha dichiarato "Eravamo normali amici, cioè musulmani ..aiutandoci l'un l'altro. Incontrandoci alla moschea. Discutendo. Tutto normale". Testimoni avrebbero deposto sulle sue posizioni radicali, i suoi discorsi sulla jihad e il suo odio per Israele e gli Stati Uniti. Unico detenuto in Germania in relazione ai fatti dell'11 settembre, è stato condannato prima a quindici anni per l'attentato, poi ridotti a sette anni di carcere per la partecipazione ad una organizzazioni terroristica. Ha appellato la sentenza nel marzo 2004 poichè era stato impossibile ottenere la testimonianza di persone detenute oltreoceano, visto il rifiuto opposto dagli USA. Tra questi possibili testimoni figurava Binalshibh, il presunto tramite tra la cellula di Amburgo e la rete terroristica di Osama bin Laden. Il processo si è aperto nell'agosto 2005. Dagli USA è stato infine fornito ai magistrati tedeschi un sommario della deposizione di Binalshibh e di altri sospetti, ma non è stato reso noto il rapporto completo delle loro dichiarazioni, né è stato permesso ai testimoni di comparire personalmente. Secondo quanto diffuso, Binalshibh, accusato di essere il referente di al-qaida ad Amburgo, ha dichiarato che solo lui e i tre piloti suicidi componevano la cellula. Il ricorso di el-Motassadeq è stato accolto dalla Corte Costituzionale Federale tedesca. E' stato quindi ordinato il suo definitivo rilascio. La notizia è stata diffusa - si fa per dire - il 7 febbraio 2006. Bufala o svarione processuale, il fatto che l'unico presunto terrorista arrestato perchè ritenuto legato alla sezione tedesca di al-qaida sia stato mandato assolto, manifesta natura e limiti dell'isterica caccia alle streghe imposta dagli USA e frettolosamente patrocinata nel vecchio continente. Con tutti i rischi del caso. E' utile ricordare qui che, secondo i servizi segreti americani e tedeschi, la cellula di Amburgo era un gruppo costituito da islamici radicali che avrebbe compreso alcuni studenti risultati poi essere i membri chiave degli attacchi dell'11 settembre. I membri di rilievo della cellula sarebbero stati Mohammed Atta al-Sayed, che avrebbe condotto le quattro squadre di attentatori nel 2001 e avrebbe pilotato il volo American Airlines 11, Ramzi Binalshibh, che avrebbe cospirato con gli altri tre membri del commando senza però riuscire ad entrare negli USA, Marwa al-Shehhi, che avrebbe pilotato il volo United Airlines 175 e Ziad Jarrah, che avrebbe pilotato il volo United Airlines 93. Membri meno importanti sarebbero stati Said Bahaji, Zakariya Essabar, Mounir el-Motassadeq e Abdelghani Mzoudi. Nel novembre del 1998, Mohammed Atta al-Sayed, Marwan al-Shehhi e Ramzi Binalshibh avrebbero abitato un grande appartamento di quattro stanze in Marienstrasse. Qui avrebbero formato la cellula segreta di Amburgo, che includeva anche Said Bahaji, Zakariyah Essabar, Mounir el-Motassadeq, Abdelghani Mzoudi e altri. Si sarebbero incontrati tre o quattro volte alla settimana per discutere le loro posizioni anti-americane e anti-semitiche e per decidere come combattere al meglio per la loro causa. I servizi segreti tedeschi hanno monitorato a suo tempo l'appartamento senza trovare alcuna prova contro i residenti.
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