lunedì, febbraio 26, 2007
Informazionecoatta
Nella deposizione davanti al Comitato per le Relazioni Estere del Senato degli Stati Uniti, il 1° febbraio scorso, Zbigniew Brzezinski, già consigliere per la sicurezza nazionale di Jimmy Carter, un falco pragmatico in un momento in cui le cosiddette colombe guadagnavano spazio nel Partito Democratico, ha rilasciato una dichiarazione suscettibile di ribaltare il popolo americano sulla poltrona e di consigliare, anche ai media occidentali, un minimo di moderazione prima di dedicarsi al recupero ed alla compiacente amplificazione di messaggi ingannevoli e dannosi, quando - come capita - siano destinati agli utenti di cortecce cerebrali a stento sufficienti per litigare sui risultati delle partite di calcio. Dopo aver premesso, fra l'altro, che "la guerra in Iraq è una calamità storica, strategica e morale, intrapresa con falsi presupposti, che sta minando alle fondamenta la legittimazione globale degli USA ...e sta intensificando la instabilità nella regione", Brzezinski ha poi fatto verbalizzare la plausibile scansione della discesa agli inferi che l'amministrazione americana sta imponendo al suo popolo e al mondo. "Se gli USA continuano ad impantanarsi nel sanguinoso affare iraqeno, la destinazione finale di questa strada in discesa è verosimilmente un conflitto con l'Iran e con la gran parte del mondo islamico. Uno scenario plausibile per lo scontro militare con l'Iran vede il fallimento dei punti di riferimento [USA] in Iraq, seguito dalle accuse all'Iran di essere responsabile del fallimento, poi da qualche provocazione in Iraq o da un attentato terroristico negli USA di cui verrebbe accusato l'Iran, il tutto culminante in una operazione militare "difensiva" degli USA contro l'Iran, che immergerà un'America solitaria in un ginepraio sempre più profondo e tanto esteso da coinvolgere l'Iraq, l'Iran, l'Afghanistan e il Pakistan". Ciò detto, stamattina un titolo a effetto, apparso sul Corriere della Sera, è stato frettolosamente sputacchiato in faccia ai lettori dei soli grassetti: "Iraq. Gli americani trovano armi iraniane". La notiziola perderebbe gran parte della sua consistenza, strada facendo, solo pensando alla provenienza in generale delle armi nei vari scenari di guerra, ma anche leggendo con cura l'intero articolo. Né si può pretendere che ogni lettore intraprenda studi di dizione per pronunciare correttamente il nome di Brzezinski o almeno ricordare quello che dice. Ma tant'è, l'agile pezzullo nostrano ha ormai fatto il suo danno e forse - se pensassimo male, ma non lo facciamo - raggiunto il suo scopo. Un mattoncino, per quanto privo della spudorata animosità delle invettive d'oltreoceano da parte dei potentati neocon e ziocon (per esempio, AEI e AIPAC), è stato sistemato. Qualcuno nei prossimi giorni, memore del titolozzo sbirciato frettolosamente fra il cappuccino e la seconda brioche, potrà spargere un po' dell'infezione che tanta parte sta avendo nell'incosciente e criminosa deriva guerrafondaia degli ultimi sei anni. Naturalmente una volta esauriti i suggerimenti di rito sulle partite e i commenti sulla dubbia moralità della moglie dell'arbitro.
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