Quello che sta succedendo è uno schifo sussumibile in poche parole: gli avvoltoi internazionali non hanno ancora capito chi e come possa affondare meglio i denti nella poca carne siriana.
Ma i condizionali dei proclami dell'ultima ora (la Siria sarebbe al 4° posto al mondo per possesso di armi chimiche), mi ricordano altri non lontani proclami sull'Iraq e sul suo "4° esercito al mondo". E questo mi fa pensare, ancora una volta, che i filibustieri che si stanno lentamente scervellando per trovare il modo di lucrare ed avvantaggiarsi (anche) di questa tragedia umana, non saranno "migliori" di quelli che la stanno causando.
E non mi rincuora certo il fatto che il regime assassino che sta violando milioni di vite e l'ingiusto dolore di un intero popolo che si dibatte nell'ambiguità di lotte fratricide non contribuiscano in realtà a peggiorare la componente umana, cancerogena, di questo pianeta.
Ma tutto quello che possiamo fare e pensare in questo momento, in attesa del peggio, è dimenticare i principi e le teorie. Se uno sta morendo dissanguato o di fame o di sete, non gli faccio una lezione di diplomazia internazionale, né gli insegno a lavorare per procacciarsi il necessario, gli allungo un pezzo di pane e magari aspetto con lui che scenda la notte, perché non affronti da solo la paura.
sabato, agosto 24, 2013
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