Un esempio delle iniezioni di propaganda in funzione surrettiziamente anti-iraniana, tanto per non farci mancare nulla, provengono quotidianamente anche da Debka, fonte che per eccellenza vanta vicinanza privilegiata e informazioni dei servizi segreti israeliani. Lo riporto di seguito, tradotto, sottolineando quanto possa risultare cinico che si siano precipitati a strumentalizzare l'attacco del 17 aprile, rivendicato dalla Jihad Islamica.
«Esclusiva di DEBKAfile: il "1800 Forward Command" di Hezbollah, con base a Gaza, ha orchestrato il massiccio attacco suicida di Tel Aviv, che ha causato 9 morti e 65 feriti lunedì. (18 aprile 2006, 12:12 AM) - La missione del "1800 Forward Command" di Hezbollah è finalizzata a programmare attacchi terroristici "di qualità" contro Israele. Le fonti esclusive dell'anti-terrorismo di DEBKAfile rivelano che l'attacco di Tel Aviv era stato originariamente pianificato per sabato 15 o domenica 16 aprile, in coincidenza con l'ultimo dei tre giorni della Conferenza di Tehran in supporto della causa palestinese. Gli ultimi pezzi sono stati messi a punto nel corso di un "incontro per una quarta ipotesi" della settimana scorsa nella capitale iraniana, tra il capo della Jihad islamica con sede a Damasco, Ramadan Shalah, il comandante della Jihad islamica di Gaza Mohammad al Hindi, il secondo in comando di Hezbollah, sceicco Ali Qassem e il capo delle Brigate al Quds e della rete terroristica per il Medio Oriente della Guardia rivoluzionaria iraniana, generale Kasim Suleimani. L'attacco esplosivo al vecchio capolinea dei bus di Tel Aviv, lunedì, è stato il primo attacco terroristico suicida ad essere pianificato fuori dal territorio palestinese. Benchè dalla scorsa settimana le forze di sicurezza israeliane avessero avuto notizia di più di 70 minacce terroristiche, non avevano avuto in anticipo informazioni di questa. Ore dopo, gli investigatori israeliani stavano ancora brancolando nel buio in merito alle forme di questa cospirazione. I servizi di controspionaggio israeliani non avevano mai sentito parlare del bomber suicida sedicenne di Tubas, Sami Salim Mohammed Hammed, di 16 anni, benchè fossero a conoscenza del network che lo dirigeva. Sostengono che sia stato tenuto fuori dalla vista da agenti di Hezbollah che sono andati nel West Bank per sceglierlo e prepararlo per la missione, ben al di fuori delle orecchie e degli occhi di Israele nel territorio palestinese. La partenza di Hammed dalla sua casa, martedì o mercoledì scorso, 12 o 13 di aprile, non è stata quindi notata. Cinque ore dopo l'esplosione a Tel Aviv, le forze israeliane hanno circondato Tubas, dove sostengono sia stato addestrato, ed hanno condotto degli arresti. Le investigazioni israeliane hanno scoperto presto il fatto che le Brigate suicide di Al Aqsa, emanazione di Fatah di Mahmoud Abbas, erano state preavvisate - se non di più - dell'attacco di Tel Aviv. Esse mantengono delle cellule in contatto con gli agenti di Hezbollah. Per questo attacco si crede sia stato loro chiesto aiuto per il trasporto del bomber fino ad un luogo vicino al suo bersaglio di Tel Aviv, o anche per tutto il suo percorso fino a lì».
Le elucubrazioni contenute nel pezzullo asseritamente patrocinato dall'intelligence risultano anche ad una prima lettura tanto palesemente strumentali quanto, in concreto, generiche e per questo insuscettibili di prova contraria. In altri termini, inutili. Esattamente come era impossibile dimostrare che le provette di bicarbonato agitate da Powell all'ONU fossero uno show e le fotografie satellitari di un paio di container fossero quello che sembravano (cioè un paio di container). Per non parlare degli apodittici sproloqui di Condoleezza, delle "informazioni" sui rapporti tra l'Iraq di Saddam Hussein e al-Qaeda (indicazioni infine ripudiate da tutti e difese solo dal neocon Washington Times) e dei rapporti tra la "banda al-Qaeda" e la tragicomica rappresentazione delle sue capacità e delle sue emanazioni (tragicomica perchè il "fenomeno al-Qaeda" meriterebbe ben diversa e più matura considerazione). Ma sta a tutti - anche a noi - vagliare e rifiutare a priori quella che si sospetta essere mera propaganda. E questo ancor prima che le informazioni che arrivano sul tavolo dei nostri governanti - e dalle quali essi traggono spunto per formare la volontà degli italiani prima di intervenire ufficialmente nelle questioni mediorientali - prescindano dal martellamento mediatico più superficiale ed interessato.
Torniamo all'esempio dell'articoletto di DEBKA. Richard Silverstein, redattore dell'omonimo sito (Tikun Olam: Make the World a Better Place), alle mie perplessità via forum libanese sulle "capriole" di Debka, ha risposto con queste osservazioni: «I checked out the Hezbollah link & personally I don't trust a word coming fr. Debka. It's highly speculative & always out to tarnish the image of Palestinians & Arabs in general. They are not a reliable source. Israel has been arguing since the bombing that Iran is at fault, producing no evidence. The Debka story also adduces Iranian involvement but no evidence other than an unsubstantiated statement that Iranians attended a mtg. to finalize plans for the bombing. Wildest speculation & unfounded rumor. Why don't they solely blame the authors of the crime--Islamic Jihad? Because it is a minor player in the conflict & Israel has much bigger fish to fry in the form of Iran. It's utterly cynical on Israel's part». Lo ringrazio, girandole a tutti.
Aggiornamento 21 aprile 2006 - L'iniezione (mediatica) continua. Le stesse informazioni (della cui minimale attendibilità si è detto sopra) sono state passate, con qualche giorno di ritardo, anche al governo israeliano, che le ha ufficializzate tramite Haaretz. Last update - 20:40 21/04/2006 - «Olmert accuses Syria and Iran of involvement in Tel Aviv suicide bombing - By The Associated Press - Prime Minister-designate Ehud Olmert on Friday accused the Syrian and Iranian governments of involvement in the Tel Aviv suicide bombing that took place Monday. "The order for the Tel Aviv suicide bombing came from Damascus and when the operation was complete the report went back to Damascus," Olmert told a visiting group of U.S. senators, according to his office. Olmert also said Iran, which provides funding to Islamic Jihad, and the new Hamas-led government bear responsibility for the attack. "There is a channel of communication between Iran, Syria and the Palestinian Authority," he said. The Islamic Jihad militant group claimed responsibility for the attack, which killed nine people. The group is headquartered in Damascus».
Sotto diversi aspetti i talkback al pezzo del quotidiano israeliano accolgono la notizia con la serietà che proporzionalmente merita: zero. Uno per tutti: «Title: And Iraq had weapons of mass destruction! Name: Ian; City: San Francisco; State: Just who is Olmert trying to fool here?»
giovedì, aprile 20, 2006
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