giovedì, giugno 01, 2006

Insciallam

Ha meritato molto spazio - mezza pagina (14) del numero di lunedì 29 maggio 2006 - un gustoso pezzullo di Magdi Allam dedicato al muro israeliano. Sì, il muro, il recinto, la barriera, quella cosa di cui si è occupata la Corte di Giustizia dell'Aja nella trascuratissima Advisory Opinion che ne ha scolpito l'illegittimità sotto il profilo del diritto internazionale, oltre ad ogni altra considerazione sotto l'aspetto umano. Non voglio influenzare nessuno con la mia opinione sull'opinione di Allam e mi limito qui a trascrivere - parole sue - che "da bordo di un piccolo elicottero dell'«Israeli Project» la vista dell'insieme del «recinto di sicurezza», che una volta completato si svilupperà per 670 km, non offre quell'immagine criminalizzante accreditata da gran parte dei media internazionali" e che il sogno israeliano "si è tragicamente infranto dopo il tradimento di Arafat nel 2000, che ha privato i palestinesi di un'opportunità storica per avere il loro stato". Ma non voglio privarvi del piacere della lettura dell'intero articolo (né del doveroso raffronto tra la storia dei ...disaccordi di Camp David e dei successivi Taba Talks con l'ingenerosa uscita su Arafat) eppertanto a quello vi rimando: qui. Allam akhbar, ma chi è il suo profeta?

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