giovedì, giugno 22, 2006

Persia perplessa

A dimostrazione del clima di relativa normalità che, probabilmente, risulta qui in Italia inaspettato, leggo sul "Berkeley Forum" (un blog di buona qualità gestito da universitari iraniani negli USA), un pezzo del 18 giugno scorso in cui viene trascritta una mail di un lettore iraniano che puntualizza il proprio interessante pensiero e prende come punto di partenza le pelose, spesso faziose ed esasperate "preoccupazioni" occidentali per l'ascesa al potere del neonato governo, democraticamente eletto, di Hamas in Palestina o per l'elezione, altrettanto democratica, del Presidente iraniano. Ne riporto uno stralcio/riassunto. «In assenza di governi efficienti, in una regione dove le regole vengono dettate da una oligarchia di famiglie reali, o dagli alti gradi dell'esercito, o da una elite religiosa, non bisogna stupirsi se la gente normale si rivolge a persone che vede a sè simili. Le persone che votano per un outsider, per Ahmadinejad, non stanno abbracciando il fascismo, stanno solo votando per qualcuno che promette loro una vita migliore. Se uno ascolta Ahmadinejad regolarmente, non sentirà parlare molto dell'idea di cancellare Israele dalla carta geografica. Ma in ogni occasione sentirà di costruzione di palestre per donne e giovani, di opportunità di lavoro, di nuove scuole e ospedali, strade e simili. Molti sanno che queste promesse non saranno mantenute, ma vengono almeno fatte e danno un barlume di speranza per il futuro». Avete mai letto uno ed un solo discorso, un resoconto, un riassunto, un flash di agenzia di questo tenore sui media italiani ed occidentali? Non credo. I problemi in Iran e in Medioriente ci sono, questo è certo, è un percorso, ma ci sono tutti i presupposti perchè - per quanto talvolta risalendo la corrente con difficoltà - rimanga un viaggio pacifico. Molti remano contro. L'importante è rendersene conto. link

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