venerdì, dicembre 29, 2006

Oltre l'arroganza

Il CASMII (Campaign Against Sanctions and Military Intervention in Iran), ha espresso grave preoccupazione sugli ultimi sviluppi della situazione ipocritamente ratificata dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU con la risoluzione 1737 del 2006. Il link all'organizzazione per il momento non funziona, ma la dichiarazione può essere letta, per esempio, su ZNet. L'organizzazione ha osservato che l'imposizione di sanzioni da parte del Consiglio è malamente consigliata e tesa alla distruzione di una possibilità di dialogo pacifico. "Questa azione non solo priva l'Iran dei diritti inalienabili spettanti ad ogni altra nazione [cfr NPT Trattato di Non Proliferazione Nucleare], ma dimostra il modo irresponsabile in cui l'istituzione internazionale [ONU] è stata usata come strumento per soddisfare i guerrafondai militanti negli USA e in Occidente".
Continua il comunicato sottolineando che questa è probabilmente la prima volta nella storia delle Nazioni Unite in cui un'intera nazione viene punita non per la violazione attuale del diritto internazionale ma per pure speculazioni da parte di tre o quattro potenti paesi riguardo la sua possibile futura condotta. Come Seymour Hersh ha riferito sul New Yorker, né la CIA, né l'intelligence israeliana sono state in grado di dimostrare alcun programma di sviluppo di armi nucleari in Iran ("The Administration’s planning for a military attack on Iran was made far more complicated earlier this fall by a highly classified draft assessment by the C.I.A. challenging the White House’s assumptions about how close Iran might be to building a nuclear bomb. The C.I.A. found no conclusive evidence, as yet, of a secret Iranian nuclear-weapons program running parallel to the civilian operations that Iran has declared to the International Atomic Energy Agency. (The C.I.A. declined to comment on this story"). Nè, d'altra parte, la IAEA è stata in grado di indicare la minima prova dell'esistenza di un programma nucleare iraniano sugli armamenti.
Lo stesso sistema è stato del resto utilizzato nei confronti dell'Iraq oltre tre anni fa. Le sanzioni vengono oggi giustificate a titolo di "preoccupazione per la sicurezza" degli USA e di un pugno di altre nazioni e non come volontà della comunità internazionale. Il CASMII lamenta che al Consiglio di Sicurezza un voto unanime è stato resto possibile tramite pressioni politiche senza precedenti da parte degli USA e riferisce che, secondo l'Observer, gli USA hanno incrementato del 270% gli aiuti esteri a membri del Consiglio di Sicurezza come incentivo per il supporto delle posizioni americane. Le sanzioni - è intuitivo - vengono imposte semplicemente per minare il processo diplomatico e per arrivare ad un intervento militare per la soluzione di un problema interamente prefabbricato.
E' peraltro indicativa di questo atteggiamento - secondo la Campagna Iraniana contro le Sanzioni - l'inclusione del "programma missilistico" dell'Iran nella risoluzione dell'ONU. Infatti "l'esplicita menzione di missili convenzionali (che non sono armi di distruzione di massa secondo le leggi internazionali) ci ricorda la distruzione supervisionata dall'ONU dei missili iraqeni al-Samud prima dell'invasione del 2003. In retrospettiva l'opposizione USA/Regno Unito a queste armi convenzionali fu solo una scusa per eliminare le difese dell'Iraq per facilitare la distruzione del paese nel corso della pianificata susseguente invasione". La considerazione dei missili balistici è surrettiziamente imposta nelle premesse alla risoluzione 1737 ("Determined to give effect to its decisions by adopting appropriate measures to persuade Iran to comply with resolution 1696 (2006) and with the requirements of the IAEA, and also to constrain Iran’s development of sensitive technologies in support of its nuclear and missile programmes, until such time as the Security Council determines that the objectives of this resolution have been met") e riguarda poi, nel corpo della risoluzione, tutte le organizzazioni, le industrie e le persone coinvolte nel programma missilistico (convenzionale) iraniano.

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