mercoledì, giugno 06, 2007

Spettatori

«Silenziosamente, in segreto, al riparo dalle telecamere, la guerra all'Iran è già iniziata. Molte fonti confermano che gli Stati Uniti, determinati alla destabilizzazione della Repubblica Islamica, hanno aumentato gli aiuti ai movimenti armati tra le minoranze etinche degli azeri, dei beluci, degli arabi e dei curdi, che formano circa il 40% della popolazione iraniana. ABC News ha riferito in aprile che gli USA hanno assistito segretamente il gruppo di beluci Jund al-Islam (Soldati dell'Islam), responsabile di un recente attacco in cui sono stati uccisi una ventina di membri della Guardia Rivoluzionaria. Secondo un rapporto della American Foundation, commandos USA operano in Iran dal 2004. Il presidente G.W.Bush ha catalogato l'Iran, insieme alla Corea del Nord e all'Iraq, come "asse del male" nel suo discorso sullo stato dell'Unione nel gennaio 2002. Poi, nel giugno 2003, ha detto che gli USA e i suoi alleati dovrebbero mettere in chiaro che "non intendono tollerare" la produzione di un'arma nucleare in Iran [...] Contrariamente a quanto normalmente si afferma, l'ostacolo principale [ad una escalation della crisi] non è la determinazione di Tehran di arricchire l'uranio. L'Iran ha il diritto di farlo secondo il Trattato di Non Proliferazione, ma ha sempre affermato di essere preparato ad imporsi restrizioni volontarie di quel diritto e ad agevolare ispezioni della AIEA per prevenire ogni possibile utilizzo dell'uranio per finalità militari. La preoccupazione fondamentale della Repubblica Islamica va ricercata altrove. Testimone ne è l'accordo sottoscritto il 14 novembre 2004 con la Francia, l'Inghilterra e la Germania, in base al quale l'Iran ha aderito ad una sospensione temporanea dell'arricchimento dell'uranio sull'intesa che un accordo di lungo periodo avrebbe "procurato fermi impegni sulle questioni di sicurezza". Washington ha rifiutato qualsivoglia impegno del genere e l'Iran ha ripreso il suo programma di arricchimento. L'Unione Europea ha scelto di non seguire una linea indipendente e di seguire le direttive di Washington ...». [Alain Gresh, caporedattore di Le Monde Diplomatique sino al 2005 ed esperto di problemi mediorientali - su Counterpunch]

Semplice, lineare, significativo. La linea perseguita dal governo USA - opportunamente istigato e con il pilatesco beneplacito dell'Unione Europea - non è un braccio di ferro con la Persia di Ahmadinejad. E' la miope, criminale apertura di un capitolo dalle conseguenze imprevedibili. In fondo sono gli uomini e non i governi che fanno la storia. Ed altri, tanti uomini e non governi ne pagano le conseguenze. Altrettanti uomini, quindi, all'occasione, hanno il dovere di urlare la follia dei loro spesso indegni rappresentanti, finchè resta fiato. [pipistro - letta forse da qualche parte chissà quando]

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