martedì, febbraio 05, 2008

Gas

Il 16 marzo 1988 la città di Halabja, nell'Iraq nord occidentale, fu bombardata con proiettili contenenti gas velenoso. Secondo le analisi mediche condotte sui corpi si trattava di un gas a base di cianuro. Nel dettaglio di quella operazione di guerra, pare che uno scarno contingente di truppe irachene avesse evacuato la città di Halabja pochi giorni prima dell'attacco degli iraniani, che di seguito la occuparono, ma fu il governo di Tehran a sfruttare questa atrocità come strumento di propaganda contro gli iraqeni. La stampa e le televisioni occidentali furono invitate dagli iraniani a visitare la città di Halabja, occupata, e in quella occasione l'Iraq fu forse troppo frettolosamente accusato di gassare il proprio popolo.

Subito dopo gli attacchi la Defence Intelligence Agency americana (USDIA) svolse un' indagine e scrisse un rapporto "classificato" in cui si dimostrava che sarebbe stato gas iraniano a uccidere i curdi e non gas iracheno. Il Prof. Stephen Pelletiere, "senior political analyst" della CIA sull'Iraq e coautore del rapporto, scrisse poi sul New York Times del 31 Gennaio 2003 una sintesi dello studio su quell'episodio: «Immediatamente dopo la battaglia la Defense Intelligence Agency degli Stati uniti indagò e produsse un rapporto dettagliato, che circolò all'interno della comunità dell'intelligence classificato come 'importante da studiare'. Lo studio affermò che fu il gas iraniano ad uccidere i curdi, non quello iracheno. L'agenzia scoprì che entrambe le fazioni avevano usato il gas l'una contro l'altra nella battaglia attorno ad Halabja. Le condizioni dei corpi dei curdi morti, comunque, indicavano che erano stati uccisi con un coagulante del sangue – basato sul cianuro – noto per essere usato dagli iraniani. Non si è mai avuta notizia che gli iracheni, i quali si ritiene usassero l'iprite nella battaglia, fossero all'epoca dotati di coagulante del sangue». Un altro rapporto preparato dallo Strategic Studies Institute dell'Army War College statunitense rivelò che «la maggior parte delle vittime viste dai giornalisti e dagli altri osservatori che visitarono il luogo erano blu alle estremità dei loro arti. Questo significa che esse sono state uccise da una agente del sangue, probabilmente il cloruro cianogeno o il cianuro d'idrogeno (hydrogen cyanide)». Questi ultimi hanno odore di mandorle amare e sono letali anche in percentuali minime (An HCN concentration of 300 mg/m3 in air will kill a human within a few minutes. The toxicity is caused by the cyanide ion, which prevents cellular respiration). Incidentalmente, l'idrogeno cianuro (in grani confezionati sotto il nome di Zyklon B) fu utilizzato dal regime nazista - fonti, tra gli altri, il comandante di Auschwitz, Rudolf Hoess, e Adolf Eichmann - nelle procedure di disinfezione e nelle camere a gas. Non a caso il possibile uso di cianuro d'idrogeno da parte iraqena venne enfatizzato da Geffrey Goldberg (sul New Yorker del 25 marzo 2002), che tra i molti gridò al genocidio, sottolineando ipotetiche affinità tra i sistemi di Saddam Hussein e quelli nazisti. Viceversa l'iprite (o gas mostarda) è un vescicante dal forte odore di aglio o senape, il suo effetto è sicuramente invalidante, ma gli esiti letali sono limitati al 2% dei casi. Sia quel che sia (cioè, propaganda a parte), il rapporto Army War College precisava, invece, che l'Iraq non aveva mai usato sostanze chimiche quali i gas di cianuro e inoltre mancava della capacità di produrle. Mentre gli iraniani le avevano. Quindi si concludeva che erano stati gli iraniani a uccidere i Curdi.

La questione è rimasta (per anni) ed è tuttora oggetto di dibattito, ma c'è da osservare che gli intensi rapporti tra il mondo occidentale e l'Iraq di Saddam Hussein non vennero meno a tutto il 1990, e si "sorvolò" quindi sulla atroce operazione condotta sui Curdi, anchè perchè il fatto era parte della guerra intrapresa da Saddam, con il favore occidentale, contro l'Iran di Khomeini (1980-1988). Ma i tempi erano maturi per una nuova sortita in Medio Oriente. Motivo: acqua, petrolio, controllo nella regione? Qui non ha molta importanza. Ottenuta una sorta di beneplacito all'invasione del Kuwait tramite l'ambasciatore USA April Glaspie, Saddam si rese alla fine conto del voltafaccia americano. E laddove la sua aggressione non avrebbe innescato un movimento di opinione radicalmente sfavorevole all'Iraq, fece il suo ingresso la propaganda con fasulle descrizioni delle atrocità commesse dall'esercito iraqeno - per il vero non certo morbido - in Kuwait, ma anche utilizzando l'oscura pagina di Halabja e soprassedendo ai dubbi (documentati nei relativi rapporti) sulla responsabilità per quei fatti. Gli stessi fatti sono stati poi utilizzati come terza chance, sotto il profilo umanitario, per l'aggressione all'Iraq di Saddam Hussein nel 2003.

Naturalmente pochi conoscono la "verità", ma oggi le accuse per i fatti di Halabja farebbero senz'altro comodo ai warmonger USA più come strumento di propaganda contro l'Iran di Ahmadinejad, che contro Saddam Hussein, già "sistemato" per quella e per altre vie. Sotto questo aspetto l'intervista a George Piro (v. sotto in "Postumi") non consentirebbe ai dirigenti neocon USA - per ora - di ribaltare le carte. Ma siccome l'improntitudine non ha limiti, non è detto che non lo si faccia in un prossimo futuro. In proposito sembra infatti che la lapidaria risposta di Saddam Hussein, proprio sul punto degli attacchi chimici ai Curdi (le cui conseguenze sono definite in quell'intervista genericamente e semplicemente "necessary"), possa lasciare spazio alla riesumazione strumentale di una pagina ambigua e terribile della guerra tra Iran e Iraq.

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