Se togliessimo per una volta le etichette dalle pagine più vergognose della nostra storia forse non sarebbe un male.Personalmente mi sento di ricordare la Shoah anche e soprattutto come criminale e sistematico sterminio di sei milioni di persone più che di sottolineare la folle bandiera nazista che l'ha ideata e l'assurda e teorica componente razziale posta alla sua base. Laddove da una lato la "bandiera" e dall'altro la "razza" (in senso stretto) e la "religione" (il motto allucinato e blasfemo "Dio è con noi" che sembrerebbe far presa - assai fuori luogo - anche nel 2000) hanno una limitata rilevanza e non costituiscono una discriminante oggi più importante di quella, effettiva, della valutazione ed accaparramento delle risorse posti a base dei massacri che ancora si possono verificare e si verificano a tutte le latitudini.Quanto ai minus habens che ancora si fregiano dei simboli di quella e di altre vergogne, è inutile spiegare le cose al ragazzetto vestito di pelle nera quando lo si è tenuto per anni affrancato - "poverino" - anche dalla semplice rappresentazione di quegli orrori, mentre sarebbe stato meglio fargli toccare con mano e a fondo la lurida e nauseante realtà di quei fatti e derivarne che il simbolo di quello scempio - una croce uncinata - non può essere esibito come il gagliardetto della squadra del cuore e costituisce viceversa la ingiustificabile celebrazione del lato più sporco dell'uomo.
venerdì, gennaio 28, 2005
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