martedì, agosto 01, 2006

Enough is enough

Basta! Basta? La tregua. Quale tregua? Era possibile, forse. Ma non è così. E' stata violata, tradita, stemperata nella nebbia degli slogan che incantano solo chi ci vuole credere. All'ONU Bolton, il cow boy, si crogiola ripetendo le parole che gli hanno infiltrato tra i baffi e le zanne sul risultato ottenuto. La prospettiva di sanzioni politiche ed economiche nei confronti dell'Iran, ben sapendo di avere, mentre lo dice, le spalle molli e scoperte del suo mandante texano e la coda di paglia di quelli che con la banda Bush stanno cercando alacremente di costruire il pretesto per trascinare il globo in un conflitto dalle prospettive epocali. Dimenticano tuttavia alla Casa Bianca e sono quindi estranei nelle parole sibilate da Bolton piccoli particolari come l'esistenza della Cina, della Russia, senza parlare del mondo arabo tout court e dell'Iran stesso. E dimenticano che in Europa, ma anche negli USA, non sono state assimilate le criminali panzane attraverso le quali il progetto per il Nuovo Secolo Americano è stato intrapreso ma non è decollato ed anzi si è impantanato tra i morti scannati, la guerra civile e il petrolio iraqeno. Questo purtroppo senza che venisse usata al mondo la cortesia di annegarci - nel petrolio - George W. Bush, i suoi mentori e i suoi sodali. Ci tenteranno lo stesso? Forse. E insieme agli scapigliati residui di una dirigenza europea destinata fortunatamente al pre-pensionamento a furor di popolo, i vertici di Israele non mancheranno di restituire al compiacente lenone d'oltreoceano il favore mediatico e militare ottenuto in decenni al solo fine di perpetuare una situazione ferocemente ingiusta. Tanto non costa nulla - nè armi nè mezzi - sbandierare una questione di sicurezza cui ormai non crede più nemmeno il suo popolo. Quello che da decenni paga, per quanto obnubilato dalle bugie. Ma forse sono pessimista. E l'intera laida congrega di rappresentanti, teorici e portavoce di questa ondata di follia verrà trascinata prima di quanto non si possa pensare davanti ad una corte criminale internazionale per rispondere di ogni cadavere incenerito, di ogni famiglia smembrata, della miseria e della disperazione regalate a milioni di persone in Palestina e a centinaia di migliaia oggi in Libano all'inseguimento del "Nuovo Medio Oriente". Come? Beh, non è facile, il principio non è di diritto: bisogna sfilare dalle loro tasche il portafoglio o la presunta carta di credito asiatica. Intanto - questione urgente, molto più urgente o per lo meno seria - nulla di buono si muove sul cielo della gente del Libano. Salvo le bombe dello Stato ebraico e le menzogne lanciate via etere dalla cavalleria dei soliti. Israele ha violato, senza stupire alcuno, la tregua, mentre i "terroristi" di Hezbollah avevano interrotto il lancio di razzi Katyusha e confidato - sbagliando - nella bontà della parola, se non delle intenzioni, del governo israeliano. In realtà non era lecito aspettarselo. Olmert lascia infatti la sua prevedibile traccia su questa vergogna e forse per la frustrazione di essere un civile che prende ordini dall'establishment militare (come il suo collega alla "difesa") lancia proclami misti di sangue, vittoria e autocommiserazione ("Ci aspettano lacrime e sangue - ha detto - missili e razzi continueranno a cadere nei giorni a venire. Ma abbiamo deciso di vincere... E non rinunceremo al nostro diritto di vivere una vita normale, senza la minaccia del terrorismo, come qualsiasi altra nazione"). E così facendo non brilla nemmeno per originalità. Perpetua la linea codarda e menzognera propugnata dai suoi predecessori e percepita persino da Kissinger: da una posizione di forza Israele non dà nulla se non intravede un guadagno maggiore ("I ask Rabin to make concessions, and he says he can't because Israel is too weak. So I give him arms, and he says he doesn't need to make concessions because Israel is strong" - Henry Kissinger, cit. in Findley, Deliberate Deceptions p. 199). E allora sveglia Israele! Sbugiardate una volta e per tutte le parole attribuite al presidente israeliano Herzog nel 72, prima dell'attentato di Monaco: ”Non nego ai palestinesi un posto, una posizione o un’opinione su ogni questione. Ma certamente non sono pronto a considerarli partner di rispetto in una terra che è stata consacrata nelle mani della nostra nazione da migliaia di anni. Per gli ebrei di questa terra non esistono partner”. Se non per umanità per interesse, rinnegate quelle parole! O Israele avrà sempre un nemico mortale: se stesso.

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