mercoledì, agosto 02, 2006

Ullallàm

Non riporto per intero il pezzo di Allam del 2 agosto 2006. Chi lo ritiene può impiegare un euro per acquistare il supporto cartaceo da cui il nostro ha sparso oggi nuove ma non nuove perle di propaganda guerresca filo-israeliana, significativamente, alla medesima pagina 5 da cui provengono altre consimili sventagliate mediatiche. Il foglio, dopo una rapida lettura, può comunque essere efficacemente riutilizzato, come ogni altro, per lavare i vetri. Di queste perle sul conflitto israelo-libanese riporto, nell'ordine:
1) "Non si tratta di un tradizionale conflitto per ragioni territoriali, economiche o egemoniche, bensì di una guerra ideologica mossa dalla determinazione a eliminare lo Stato di Israele di cui si disconosce il diritto all'esistenza".
Allam ritiene quindi superfluo parlare dell'acqua del fiume Litani, delle fattorie Shebaa (che non è un cibo per gatti), degli sconfinamenti israeliani in territorio libanese - ivi compreso quello che ha dato modo e motivo di catturare i due soldati utilizzati, questa volta, come pretesto per l'aggressione alle infrastrutture di uno Stato sovrano - né ritiene di ricordare l'ormai ultraventennale piano israelo-statunitense di asservimento del Libano ponendovi un tanto sospirato governo fantoccio, nè il fatto che la teoria sul disconoscimento del diritto all'esistenza di Israele non trova alcun riscontro nelle rivendicazioni degli Hezbollah, sicchè va riutilizzato - se proprio necessario - a modo e tempo debito.
2) "La prima «colpa» di Israele è di non aver subito un numero ragguardevole di vittime tale da poter competere con quelle libanesi, grazie all'efficienza dei suoi rifugi antiaerei e del sistema di protezione civile. La seconda «colpa» di Israele è di essere caduto nella trappola tesa dall'Hezbollah, costringendolo a colpire dei bersagli civili usati cinicamente come sedi logistiche, depositi di armi e rampe di lancio dei razzi".
La questione degli "scudi umani" merita un discorso a parte (ma solo per questioni di spazio), vista la virulenza con cui questo assurdo pretesto è stato posto a giustificazione di una deliberata operazione militare criminale. Sul numero delle vittime israeliane, tanto per seguire il ragionamento "un tanto al chilo", è cosa nota che i Katyusha seguono una traiettoria random (casuale), ergo non possono essere molto più utilmente indirizzati verso obiettivi precisi, militari o civili (secondo le documentate preferenze israeliane) che siano.
3) “Il livello della reazione militare israeliana è da considerarsi proporzionato alla natura della sfida”.
Va da sè che, campato in aria il presupposto – cioè l’abusata minaccia all'esistenza di Israele - cade ogni pretesa di proporzionalitàò, già acciaccata da elementari e ben noti principi di diritto internazionale che trascineranno - si spera - più di un direttore delle operazioni, davanti alla Corte di giustizia.
4) "...drastica alternativa della vita o della morte".
Poco da aggiungere: v. sopra.
5) "Israele non ha altra scelta che prevenire la catastrofe perché è l'unico Stato al mondo che non avrebbe il diritto di replica qualora venisse distrutto e la sua gente sterminata".
E ridanghete ...
6) "...la zona a ridosso della frontiera settentrionale di Israele [è] stata trasformata nel fronte di prima linea della guerra santa del regime nazi-islamico".
Nessuna “guerra santa”. Altro concetto abusato quanto quello di "terrorismo", se tolgono questa parola dal vocabolario molti rischiano una crisi di identità. Stiamo invece parlando di terra libanese o siriana, di acqua. Barak ha rinunciato a raggiungere un accordo con la Siria e ha cercato di trascinare Assad (padre) in un fasullo piano di eterno e parziale disimpegno. Assad se ne è accorto e ha declinato ...la fregatura, poi è morto. Ma se ne è accorto anche Clinton, patrocinatore dell'accordo, che lo ha scritto a chiare lettere (Clinton, "My Life", Arrow Books, p. 882 e segg.). Sul regime nazi-islamico credo che questa sparata non meriti una risposta, nemmeno se la si legge tra le righe di un quotidiano nazionale.
7) "Si ignora pressoché totalmente che gli oltre 1300 razzi e missili di produzione iraniana e siriana lanciati contro le città israeliane hanno distrutto o danneggiato centinaia di case, costretto 330 mila israeliani ad abbandonare le proprie abitazioni".
Ullallàm! Vogliamo farne una questione di numeri? Contiamo i morti e i feriti? Calcoliamo i danni? Lascia perdere morti e feriti, non parliamo delle percentuali di civili. E' comunque poco opportuno fuori da una logica da venditore di gusci di riccio e badd'i pilu. Quanto ai danni, già qualcuno in Libano sta facendo i conti per intentare una causa di risarcimento (civile) nei confronti dello Stato ebraico. Forse è più opportuno tacere, Allam, e confidare che Israele abbia stipulato una adeguata "copertura assicurativa" presso i contribuenti USA.
8) C'è tanto cinismo e tanta ipocrisia nell'atteggiamento della comunità internazionale. Che sin dal settembre 2004 con la risoluzione 1559 ha chiesto il disarmo dell'Hezbollah, non per fare un piacere a Israele ma perché necessario alla sovranità e libertà dei libanesi".
Chiedilo ai libanesi e agli abitanti israeliani delle zone di confine cosa ne pensano! In relazione, poi, alle tante risoluzioni ONU considerate carta straccia, non mi sembra argomento da sollecitare. Per non ricordare che pacificamente - a livello parlamentare libanese - nel 2005 leggevamo le più semplici delle parole: "Lebanese opposition leader Walid Jumblat has said the Shia resistance group Hizb Allah should keep its weapons until Israel withdraws from a disputed border area" (Al-Jazeera, 27 marzo 2005).
9) "Solo la sconfitta del terrorismo dell'Hezbollah e di Hamas permetterà ai libanesi di vivere in pace e ai palestinesi di avere il loro Stato indipendente".
Avevamo detto che la parola "terrorismo" non la si usava! Vabbè, passi, non possiamo proprio fare a meno di leggerla, ma personalmente mi sono stufato: ci sono i libri per farsi una cultura prima di scrivere un pezzo.
10) "Oggi più che mai sostenere Israele significa prevenire la catastrofe generale e schierarsi dalla parte della pace per tutti".
Schierarsi dalla parte della pace? Nel piccolo, nel minuscolo, nel minimo, dopo avere letto il pezzo a pagina 5 un modo c'è: voltare pagina, troviamo altra pubblicità, ma è meno dannosa.

2 commenti:

pipistro ha detto...

Elementi antisiriani in Libano hanno incolpato apertamente Hezbollah di aver volontariamente causato la morte di dozzine di civili per rallentare il piano di disarmo del gruppo, infarcendo il racconto di particolari raccapriccianti. "Hezbollah ha piazzato rampe di lancio sul tetto di un edificio ed ha portato bambini invalidi al suo interno, offrendoli alla risposta israeliana". Ce lo dice Yedioth Ahronoth in tono maliziosamente speranzoso, per quanto dubitativo. Il libello raccolto e citato dal quotidiano israeliano compare nel sito libanoscopie.com ed è arricchito di questi particolari: "Abbiamo questa notizia, da fonte credibile, che gli Hezbollah, allarmati dal piano di Siniora, hanno inventato un incidente che avrebbe aiutato a contrastare i negoziati. Sapendo perfettamente che Israele non avrebbe esitato a bombardare obiettivi civili, i combattenti di Hezbollah hanno posizionato una rampa di lancio di missili sul tetto a Qana e hanno portato all'interno bambini disabili, offerti alla risposta dell'aviazione israeliana. In questo modo contavano di trarre vantaggio dalla morte di innocenti e rallentare l'iniziativa negoziale". Gli editori del sito hanno aggiunto che non solo gli Hezbollah hanno inscenato l'evento, ma hanno scelto Cana per un motivo specifico: "Hanno usato Cana perchè il villaggio era già diventato il simbolo del massacro di civili e così hanno inscenato Cana 2". Significativamente - aggiunge Yedioth Ahronoth - l'incidente è stato diffuso come "Il secondo massacro di Cana" dai media arabi. Problema: la Croce Rossa ha potuto assistere durante i giorni precedenti le famiglie rifugiate nell'edificio e - questo è documentato da centinaia di fotografie - è accorsa a prestare aiuto dopo il bombardamento. Non solo, un inviato della BBC era presente ai primi soccorsi e all'estrazione delle vittime: «Witnesses said the early-morning strike hit the three-storey building where families had been sheltering in the basement, crushing it sideways into an enormous crater. One survivor said the "bombing was so intense that no-one could move". Elderly, women and children were among those killed in the raid, which wrought destruction over a wide area. Reporters spoke of survivors screaming in grief and anger, as some scrabbled through the debris with bare hands. "We want this to stop," a villager shouted. "May God have mercy on the children. They came here to escape the fighting." Rescuers found the experience too much to cope with. Our correspondent saw a Red Cross rescue worker sitting in the sunshine just sobbing, overcome with emotion. Israel said the Shia militant group was responsible for the Qana strike, because it used the town to launch rockets. The BBC's Jim Muir, in Qana, says many did not have the means - or were too frightened - to flee". La descrizione fornita dalla BBC è perfettamente in linea con il racconto di un sopravvissuto (riportato nel forum di Laurie King Irani) che si trovava nell'edificio da quindici giorni al momento del bombardamento. Basterà quindi chiedere conferma, oltre che a centinaia di soccorritori ed operatori dei media, alla BBC e alla Croce Rossa, fonti di certo livello e attendibiità, che si sono entrambe ben guardate dal ratificare le anonime "ricostruzioni" diffuse a pretesa giustificazione di un'azione criminale, precipitandole là dove meritano insieme alla spazzatura che le ha ideate. «More than 50 bodies have now been removed. Twenty-one children under ten women, and under them, more women and children. The rescuers are people from the village, and the story as told by one of the lucky who survived to the Lebanese reporters is as follows: "We were 63 people from two families in that shelter, we came to this house because it is in the middle of Qana; our houses are mostly on the outskirts of the village and whenever Israeli shells we get hit with shrapnel. We decided we needed to move to this house since it is in the middle and we will be safer. We have been staying here for more than fifteen days, we do not leave the house, and the Red Cross brings water and food for us. At 1:00 AM, after everyone was asleep, my cousin called me to have a cup of tea. I went to his room, and as we were just about to sip our tea, we heard a loud explosion and, yaa Muhammad!, dust filled the air. My cousin started to cry, 'My family, my children...they are gone!' I started to comfort him. Then, a few minutes later, another Israeli missile hit the same building, and there was so much dust that we could not see....We went to the center of the village and we started to yell for anyone who was still there and had refused to move to Beirut. We told them there is a massacre and we need help! They started to call for the Red Cross, for other rescue organizations, for the Lebanese Army. We kept crying for help. From 1 AM until 8 AM, the rescue team that you see, the very meager Red Cross, and a few Lebanese army soldiers, mostly people from the village, arrived to help us"». (Mayssoun Sukarieh, Beirut, 30 July 2006)

E' molto antipatico fare confronti. E lo è in particolare in tema di guerra, nel senso che il comportamento criminale di una parte non giustificherebbe comunque la risposta, altrettanto criminale, dei contendenti. Se fosse vera. Sempre in tema di "scudi umani" è tuttavia documentato l'uso fattone da Tsahal sui palestinesi. L'argomento è stato riproposto, in via incidentale in un interessante articolo di Ran HaCohen riportato dai media di mezzo mondo. Ne trascrivo uno stralcio. «...Ha'aretzdaily.com is not a full translation of the Hebrew paper; it's a selection. It often omits certain items, certain columns, that Ha'aretz does not find "suitable" for foreign eyes, like the report I just mentioned. Another way to achieve the same hidden bias is by "nationalistically correct" translations. For example, when Hebrew Ha'aretz read (2.7.02): "Recent reports about Egyptian intentions to develop nuclear weaponry WERE APPARENTLY THE RESULT OF ISRAELI PSYCHOLOGICAL WARFARE AND do not match intelligence information in Jerusalem, according to a senior Israeli official", the English translation simply omitted the words I've capitalised. Or, quoting an Israeli officer on the use of Palestinians as "human shields", the English version read (16.8.02): "Before the search [in a Palestinian house] we go to a neighbour, take him out of his house and tell him to call the people we want out of the next door house. [...] The neighbour does not have the option to refuse to do it. He shouts, knocks on the door and says the army's here. If nobody answers, he comes back and we go to work." Sounds pretty harmless? - Just because the last sentence is a "nationalistically correct" translation of the following Hebrew sentence: "If nobody answers, we have to tell the neighbour that he will be killed if no one comes out."». link

Anonimo ha detto...

Come si fa a sostenere chi sta commettendo un genocidio e usando armi proibite al fosforo bianco? Dei politici che sostengono questo intervento militare non ho la minima considerazione...sono solo servi...Se devo scegliere sto senza dubbio dalla parte della resistenza...