«L'ambasciatore USA presso la IAEA, Gregory Schulte, ha rilasciato mercoledì [13 settembre 2006] una dichiarazione dicendo che Washington è convinta che l'Iran sia intenzionato ad acquisire la tecnologia, i materiali e il Know-how necessari per la produzione di armi atomiche. La dichiarazione segue una lettera, inviata da Schulte al direttore generale della IAEA, nella quale specifica le sistematiche violazioni dell'Iran alle restrizioni imposte dalla comunità internazionale sul suo programma nucleare. Tra le altre cose l'ambasciatore USA dice che l'Iran ha costruito 164 centrifughe addizionali per il suo impianto di Nantz, così raddoppiando il loro numero; ha impedito agli ispettori della IAEA di ricevere la documentazione sull'attivazione delle centrifughe ed ha confiscato e distrutto i risultati delle ispezioni di monitoraggio della IAEA. La lettera menziona pure il fatto che l'Iran prosegue nella costruzione di un impianto ad Araq, dove è stata recentemente resa operativa una attrezzatura ad acqua pesante; 120 tonnellate di uranio sono state convertite in gas ed ora altre 160 tonnellate di uranio stanno per essere sottoposte allo stesso processo. Secondo le previsioni americane queste due operazione permetterebbero a Tehran di produrre una quantità sufficiente di uranio in gas per la produzione di 40 bombe nucleari, una volta che il gas sia stato arricchito». (Ha'aretz 13.9.2006)
E' dimostrato che molte informazioni spacciate dagli USA e ricettate da Israele, tanto in senso generale che, in particolare, in merito alla ipotetica produzione di armi nucleari da parte dell'Iran, non brillano per precisione e buona fede. Tanto meno risultano attendibili se affidate da una parte al micidiale e martellante tam tam informativo del miglior cliente americano e dall'altra all'esasperante interferenza dei potentati ebraici e neocons d'oltreoceano. Quello che non dicono i manifestini sparsi a migliaia (principalmente) dal blocchetto USA-israeliano ma anche dalla stragrande maggioranza dei nostri media che non disdegnano il fatto di cavalcare questa ipocrisia, è che proprio in base al Non-Proliferation Treaty (puro) ma anche ad ulteriori restrizioni e controlli ad hoc (derivanti da "accordi" imposti solo all'Iran), Tehran rivendica il diritto di munirsi di tecnologia "dual use" (utile per usi civili e solo potenzialmente militari) mediante arricchimento dell'uranio, mentre la "comunità internazionale" lamenta scarsa trasparenza nucleare dell'Iran, derivandone l'idea, il sospetto o la convinzione che si stia necessariamente nascondendo un percorso nucleare militare. E ciò senza porre nemmeno in discussione il fatto che molti o tutti i paesi firmatari del NPT (incidentalmente al momento fuori dall'attenzione USA/israeliana), siano pacificamente in grado di produrre - clandestinamente - tecnologie per armi nucleari in barba a qualsiasi trattato. Per non parlare di chi il trattato non lo ha nemmeno firmato e in particolare di chi si è munito clandestinamente di un imponenente arsenale atomico dagli anni 70, allora "di nascosto" agli stessi attentissimi americani (Washington, Jan. 26 1978 - The Central Intelligence Agency disclosed today that it had concluded as early as 1974 - two years earlier than previously indicated - that Israel had already produced atomic weapons, partly with uranium it had obtained "by clandestine means". - Special to NYT Jan 27, 1978, Friday By David Burnham). Una nota quasi umoristica. In mezzo a tutta questa ipocrisia e malafede manca all'acido blocchetto USA anche il coraggio di portare sino in fondo la menzogna e il carburante per le proprie operazioni. Scrivere, infatti, che "Washington è convinta che l'Iran sia intenzionato a" ...fare qualcosa, è un modo come un altro per buttare un po' di veleno gratuito, insuscettibile di contestazione (chi può affermare che a Washington non abbiano la convinzione dell'esistenza di un'intenzione?) e quindi senza tema di smentita. Ma qualcuno che beve tutto - anche il veleno - come sempre c'è.
Aggiornamento sul Washington Post (Thursday, September 14, 2006) - "Gli ispettori della IAEA che investigano sul programma nucleare iraniano hanno contestato con rabbia ieri all'amministrazione Bush e ad un membro repubblicano del Congresso un recente rapporto del comitato della Casa [dei rappresentanti] in relazione alle capacità iraniane, descrivendo alcune parti del documento "oltraggiose e disoneste" ed offrendo la prova a confutazione delle sue principali informazioni. Alcune autorità della Internationale Atomic Energy Agency presso l'ONU hanno detto in una lettera che il rapporto contiene alcune "dichiarazioni erronee, fuorvianti ed apodittiche". La lettera, firmata da un importante direttore dell'agenzia, è stata indirizzata "a mano" al Rep. Peter Hoekstra (R-Mich), presidente del comitato di intelligence della Casa, che ha rilasciato il rapporto. Una copia è stata consegnata a mano dell'ambasciatore USA presso la International Atomic Energy Agency a Vienna. La IAEA si era apertamente scontrata con l'amministrazione Bush sulle dichiarazioni precedenti la guerra in merito alle armi di distruzione di massa in Iraq. Le relazioni peggiorarono quando l'agenzia rivelò che la Casa Bianca aveva basato alcune affermazioni sul programma nucleare iraqeno in base a documenti falsi. Dopo che nessuna di queste armi fu trovata in Iraq, la IAEA è stata nuovamente criticata per aver intrapreso un approccio [più] cauto sull'Iran, che la Casa Bianca sostiene stia cercando di costruire segretamente armi nucleari. A un certo punto l'amministrazione orchestrò una campagna per rimuovere il direttore generale della IAEA, Mohamed ElBaradei. Ma fallì, e l'anno scorso lui vinse il Premio Nobel per la Pace. Con la lettera di ieri, una copia della quale è stata fornita al Washington Post, è la prima volta che la IAEA contesta pubblicamente le affermazioni degli USA in merito alle investigazioni sull'Iran. L'agenzia ha sottolineato cinque importanti errori nelle 29 pagine del rapporto del comitato, che afferma che le capacità nucleari iraniane sono più avanzate di quanto la IAEA o la [stessa] intelligence USA ha dimostrato [...] "Questo sistema è in tutto simile a [quello utilizzato] prima della guerra in Iraq", ha detto David Albright, ex ispettore nucleare ora presidente dell'Istituto per le Scienze e la Sicurezza Internazionale di Washington. "Abbiamo una minaccia nucleare iraniana rigirata usando cattive informazioni come ciliege e un rapporto che fa fuori gli ispettori"... (da leggere per intero sul Washington Post)
giovedì, settembre 14, 2006
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2 commenti:
http://news.bbc.co.uk/2/shared/bsp/hi/pdfs/14_09_06_representatives.pdf
[rapporto USA]
http://news.bbc.co.uk/2/shared/bsp/hi/pdfs/14_09_06_iaea.pdf
[lettera IAEA]
Così Tzipi Livni - vice premier e ministro degli esteri israeliano - il 20 settembre 2006 alla 61ª sessione dell'Assemblea Generale dell'ONU: «Se vogliamo proteggere i nostri valori, non è abbastanza crederci - dobbiamo agire di conseguenza ad essi. Non c'è minaccia più grande per i nostri valori di quella posta dai leader dell'Iran. Negano e si burlano dell'Olocausto. Parlano orgogliosamente e apertamente del desiderio di cancellare Israele dalla Mappa [...] Non c'è posto per tali leader in questo forum. Non c'è posto per tale regime nella famiglia delle nazioni...». Regime, appunto. Curioso come vengano in mente proprio le parole del presidente iraniano (nel rinominato discorso del 26 ottobre 2005), immediatamente tradotte dal New York Times («Il nostro caro Imam disse che il regime occupante sarebbe stato spazzato dalla mappa e questa è stata una dichiarazione molto saggia [...] e chiunque accetti la legittimità di questo regime ha nei fatti sottoscritto la sconfitta del mondo islamico» - testo tradotto da Nazila Fathi, dell'ufficio del New York Times di Tehran dalla trascrizione in persiano della Iranian Students News Agency) e di seguito regolarmente "equivocate" (cioè: manipolate) da quasi tutti i media occidentali per farne uno strumentale gagliardetto. Non avrebbe quindi dovuto più ingannare, né stupire, che oltre le spudorate menzogne iniettate da John Bolton nel bugiardo rapporto di sua confezione esibito alla IAEA, il libello - qualificato poco più che disonesta spazzatura dalla stessa Agenzia dell'ONU - contenesse, alla pagina 3, un lapidario velenoso collage (fuori grafica e fuori contesto) a supporto di ciò che si vorrebbe fosse inteso, in occidente, quale minaccioso atteggiamento incombente sul mondo "civile" e fondante un intervento risolutivo della questione nucleare iraniana. Anzi, ove possibile, risolutivo della Repubblica Islamica tout court. Non sa però Mr Bolton che se dal suo presidente nessuno comprerebbe un'auto usata, da lui e dalla sua cricca sarebbe un rischio inaccettabile addirittura accettare il lavaggio del parabrezza. Ad ogni buon conto e per non farci mancar nulla, secondo il principio per cui anche una bugia reiterata allo spasimo finisce per acquisire la dignità di dogma, anche su Ha'aretz di oggi, 21 settembre, si riferisce che l'ineffabile presidente americano ha dichiarato alla CNN di prendere seriamente le parole del suo omologo iraniano allorchè dichiara che Israele dovrebbe essere - udite udite - cancellato dalla mappa. «La mia opinione - ha detto Bush - è che dovete prendere le parole di chiunque sul serio in questo mondo». Vero! Beh ...quasi di chiunque.
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