lunedì, novembre 28, 2005
Effetti collaterali nostrani
Non esistono effetti collaterali, eventualmente accettabili, della guerra. Anzi, come per i farmaci, non esistono, in assoluto, effetti collaterali. Ma, siano essi perseguiti o meno, solo effetti. Effetti certi ed effetti solo possibili, probabili, incidentali. E’ intuitivo che effetti innegabili, della guerra siano i morti, la distruzione, la sofferenza, la disperazione. Incidentali ed incerti sono invece tutti gli altri possibili effetti/obiettivi, presentati di volta in volta come apparentemente ragionevoli, quali la lotta contro il terrorismo, qualsiasi cosa con questo termine si voglia indicare (e io propendo a considerarlo, nel caso iraqeno, il “micidiale ed indiscriminato strumento di resistenza dei perdenti”), l’ansia o presunzione di sicurezza e ogni sorta di azione preventiva; discutibili, quali il mantenimento o il raggiungimento di un preteso e precario equilibrio planetario; presuntuosi o acritici, come la difesa dei “valori dell’occidente” o del vantato benessere, civiltà e progresso che li accompagnerebbero; abbietti o criminali, quali il forzato mantenimento del controllo militare e sociale di un popolo e di un territorio o lo sfruttamento, per mezzo dello strapotere delle armi, delle risorse, anche sotto il profilo strategico, di una determinata regione. Tutto questo per dire che gli ultimi vantati 203 arresti di pretesi "terroristi" - di cui 197 vengono rilasciati perchè si trattava d'altro - sono un effetto "collaterale" nostrano e male indirizzato di un'idea sbagliata, quella per cui si personifica il terrorismo e lo si vede e lo si vuol vedere ovunque. Effetto mal convogliato per giunta in un goffo e strumentale tentativo di trarne un effimero vantaggio politico interno. La recentissima assoluzione di tre islamici accusati di associazione finalizzata al terrorismo internazionale, pur con la contestuale condanna di due di essi per il reato, di gravità ben minore, di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, pone rimedio a questo genere di effetti "collaterali". Eviterei comunque oggi - come è stato fatto su basi ideologiche e politiche - di criticare una sentenza e un gruppo di magistrati (nel caso la Corte d'Assise d'Appello di Milano e a monte il Gup) senza i presupposti di fatto e di diritto necessari per non correre il rischio di parlare di neve senza averla mai vista e con la sola descrizione fornitane da chi ha deciso di odiare i climi freddi e gli sport invernali.
domenica, novembre 27, 2005
Senza regole (segue: una guerra lurida)
Fallujah è stata solo la punta di un iceberg. Crediamo forse che altrove non sia accaduto lo stesso? Che MK77 e fosforo e chissà che altro siano stati usati solo a Fallujah? Non avrebbe senso. E non ne ha. "Mustafa, un meccanico, era sempre il più informato: fin dalla mia prima visita mi aveva raccontato di quando, subito dopo la battaglia dell'aeroporto, una delle più cruente per l'occupazione di Baghdad, erano andati a cercare i corpi dei loro parenti e avevano trovato cadaveri carbonizzati e irriconoscibili. E fin da subito si era posta la domanda: quali armi erano state usate? Napalm? Fosforo?" [Sgrena, Fuoco amico]. E c'è anche chi giustifica quanto accaduto a Fallujah, dicendo che la popolazione era stata invitata a lasciare la città prima della indegna ed indiscriminata carneficina che abbiamo potuto vedere, caso unico visto il criminale obnubilamento dell'informazione in Iraq. Vendetta, è stata anche vendetta per i contractors trucidati nella città, per i marines feriti, perchè quelli lì, tutti, sono terroristi. E così il terrorismo viene personalizzato e diventa una comodà ed astratta entità, utile per far passar per buona ogni sorta di schifosa aggressione, in questa guerra lurida e chissà ancora dove. Il tutto secondo la regola che non prevede l'esistenza di regole in guerra, nemmeno se la guerra è scatenata per il petrolio. "1 maggio [2003] - Quarantatrè giorni dopo l'ordine di attacco, Bush proclama dal ponte della portaerei Lincoln, di ritorno dal Golfo Persico, la fine ufficiale delle ostilità. Strano, qui tutto pare meno che pace. Al mattino la notizia di sette marines feriti a granate a Falluja, il luogo degli scontri più violenti fra popolazione e militari americani. E' il posto dove i fanti hanno ucciso in due giorni venticinque manifestanti: sparando sulla folla che protestava per l'invasione della moschea e lo scarso rispetto per le donne" [Scaccia, La Torre di Babele]. 8 novembre 2004 "Un giorno, le truppe americane - racconta Majid - con un megafono invitano tutta la popolazione del quartiere (quella rimasta tappata in casa) a dirigersi verso un punto di raccolta, dove avrebbero trovato personale della Mezzaluna rossa (la Croce rossa locale) che distribuiva aiuti. Ma solo chi non era rinchiuso a Falluja sapeva che era stato impedito alla Mezzaluna di portare soccorsi. Così in due file separate - da una parte i maschi adulti e dall'altra donne e bambini - la gente si era diretta verso il "miraggio" superando i cadaveri abbandonati per strada e i cani che si accanivano su di loro. Ad aspettare i maschi e'erano però, invece degli aiuti, le manette. Erano considerati tutti combattenti, quindi interrogati con le cattive maniere e poi rinchiusi in un campo" [Sgrena, Fuoco Amico]. "Ecco, noi vi avevamo avvisati, ora daremo fuoco ai terroristi". E lo hanno fatto.
giovedì, novembre 17, 2005
Senza regole
Siamo finalmente giunti alla conclusione - lo abbiamo visto o percepito in tutti i modi - e abbiamo raggiunto la consapevolezza che nonostante le convenzioni internazionali e la blanda supervisione dell'ONU in guerra non esistano regole e conseguentemente, in modo più o meno evidente, che le poche che si asserisce esistano, almeno sulla carta, vengano trascurate sulla pelle del nemico e delle popolazioni civili. Nessuno dubita che un cavillo di diritto internazionale o la semplice non adesione a un protocollo consenta all'esercito di un paese di utilizzare l'arma tale o tal altra, ma questo nulla ha a che fare con il sentimento che in modo tendenzialmente globale dovrebbe animare chi, di queste regole, ha voluto farsi promotore. Per essere chiari, tra le maglie delle convenzioni internazionali possono filtrare, con tutta probabilità, centinaia di vecchi e nuovi sistemi di offesa che, quand'anche non riconosciuti illegali, verrebbero oggi a qualsiasi latitudine ripudiati come inumani e (in una futura ed auspicabile regolamentazione imperativa per tutti i paesi) fonte di responsabilità per chi le usa. E ciò a prescindere dall'efficacia di queste armi e dal contributo alla rapida e risolutiva cessazione di un conflitto, della quale nessuno dubita. Se infatti non si dovesse da questo prescindere è lecito immaginare, per esempio, che un ordigno nucleare sia tuttora rapido e particolarmente efficace per la "composizione" di una vertenza internazionale, laddove peraltro c'è ancora chi sottintende - e non fra le righe o negli oscuri conciliaboli dei fondamentalisti - l'attualità di questa chance ... Sotto questo aspetto occorre aggiungere che l'arma del terrorismo, pressochè inesauribile e a costi ridicoli, appare anch'essa di rara e micidiale efficacia. Soprattutto pensando che un morto dei paesi autodefinitisi progrediti, tra i quali il nostro, pesa nel nostro immaginario assai più di 1000 morti di un generico e variabile altrove. Allora bisogna accettare il fatto che non ci siano regole, come in pratica succede adesso, ovvero combattere perchè ci siano e siano cogenti, sempre e per tutti, consapevoli del fatto che la regola del potente o del vincitore contingente non varrà a fermare, nemmeno con la propaganda, la reazione con gli strumenti più poveramente subdoli o micidiali degli oppressi o presunti tali.
martedì, novembre 08, 2005
Fallujah. La strage nascosta.
Quasi sottovoce la TV satellitare italiana RaiNews24 diffonde da domattina un filmato sull'uso indiscriminato e criminale di armi chimiche in Iraq da parte dell'esercito USA, in particolare sull'uso di armi al fosforo utilizzate per radere al suolo Fallujah. In Italia la TV tace la diffusione del filmato e in serata i maggiori programmi di approfondimento iniettano in quelle che si vorrebbe fossero le ormai obnubilate sinapsi dello spettatore medio il solito sdolcinato e vergognoso anestetico. Ma la notizia rimbalza da ieri in modo esponenziale sulla rete e domani sarà sulle prime pagine di alcuni quotidiani. Il video messo in onda da domattina ad un'ora impossibile e sul satellite anche nei prossimi giorni è tuttavia già disponibile in rete (link).
«A news program on Italian satellite TV, RAI News 24, has substantiated the claim that the US military has been exploiting the dual use of white phosporus. In its siege of Fallujah, the chemical was used on the civilian populace. The story is in today's Repubblica. The Bush Adminstration and the DoD are about to be shamed before the eyes of the world. Shocking revelation RAI News 24. Use of chemical weapons by the US military in Iraq. Veteran admits: Bodies melted away before us. White phosphorous used on the civilian populace: This is how the US "took" Fallujah ...Fallujah. La strage nascosta [Fallujah, The Concealed Massacre] will be shown on RAI News tomorrow November 8th at 07:35 (via HOT BIRDTM satellite, Sky Channel 506 and RAI-3), and rebroadcast by HOT BIRDTM satellite and Sky Channel 506 at 17:00 [5 pm] and over the next two days» (link).
Il video a questo link
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Articoli su diario, La Repubblica e L'Unità.
Aggiornamenti
9 novembre 2005 - Come previsto il Pentagono ha sprecato poco tempo prezioso per negare di avere usato armi chimiche contro civili a Fallujah, come mostrato nel documentario prodotto da RAI News in Italia. "L'esercito USA in Iraq ha contestato il rapporto mostrato alla televisione di stato italiana martedì, che sostiene che le forze USA abbiano usato fosforo bianco contro i civili nell'attacco del novembre 2004 alla città iraqena di Falluja. Il documentario ha mostrato immagini di corpi ritrovati dopo l'attacco del novembre 2004 da parte delle truppe USA nella città di Falluja che dice dimostrano l'uso di fosforo bianco contro uomini, donne e bambini bruciati fino alle ossa. "Io so che il fosforo bianco è stato usato" ha detto nel documentario RAI Jeff Englehart, che si qualifica già appartenente alla prima divisione di fanteria degli USA in Iraq. "Corpi bruciati. Bambini e donne bruciati" ha detto Jeff Englehart, che la RAI ha affermato aver preso parte all'attacco a Falluja. "Il fosforo bianco uccide indiscriminatamente". Il corpo dei marines USA a Baghdad ha descritto il fosforo bianco quale "munizione convenzionale" usato principalmente per schermi fumogeni e per segnalare il bersaglio". Ha negato di averlo usato contro i civili. "L'idea che le forze USA abbiano bersagliato i civili con queste armi sono semplicemente sbagliate" ha detto il Maggiore dei Marines Tim Keefe in una e-mail a Reuters. "Se chi ha fatto il documentario si fosse preoccupato di chiederci un commento, gli avremmo certamente detto che le premesse del programma erano sbagliate". [uruknet.info]
L'esercito USA avrebbe però confermato - secondo pittsburghlive.com - di aver sganciato bombe incendiarie a base di MK77 - che il documentario della RAI ha assimilato al napalm - contro obiettivi militari in Iraq nel marzo e nell'aprile 2003.
Appello di Articolo 21
La Rai trasmetta in prima serata l'inchiesta di Rainews24 su Falluja
"Sia consentito agli italiani di vedere in tv l'inchiesta esclusiva realizzata da Rainews24". E' il commento di Giuseppe Giulietti che ha chiesto in Commissione Vigilanza la messa in onda in prima serata sulla Rai del fimato di Rainews24. Basterebbe che la Rai desse a questa inchiesta l'1% dello spazio che in questi giorni ha dedicato alle vicende personali dei vip nostrani. Per questa ragione a partire dal pomeriggio di oggi Articolo21 raccoglierà le firme che invierà al presidente della Rai Claudio Petruccioli e al dg Alfredo Meocci. (Firma l'appello su articolo21)
mercoledì, novembre 02, 2005
Iran, il testo del discorso del presidente Mahmoud Ahmadinejad
Nazila Fathi, dell'ufficio del New York Times di Tehran ha tradotto per il suo giornale il discorso del 26 ottobre 2005 del presidente iraniano Ahmadinejad. Il testo del discorso era stato messo online in persiano dalla Iranian Students News Agency (www.isnagency.com). Le osservazioni tra parentesi quadra sono state aggiunte da N. Fathi. Visto che tutti hanno riportato personali e parziali interpretazioni delle parole di Ahmadinejad, riporto a mia volta di seguito il passo maggiormente incriminato del suo discorso, come sopra tradotto in inglese e pubblicato dal New York Times e, di seguito, la mia traduzione "spannometrica" in italiano. Il testo dell'intero discorso non è assolutamente tenero, ma in questo momento è altrettanto fuori luogo e per qualche verso assolutamente inspiegabile la sortita del presidente iraniano, quanto è inopportuna l'interpretazione radicale data alle sue parole dalla maggior parte della stampa occidentale.
"...Who could believe that one day we could witness the collapse of the Eastern Empire? But we have seen its fall during our lives and it collapsed in such a way that we have to refer to libraries because no trace of it is left. Imam [Khomeini] said Saddam must go and he said he would grow weaker than anyone could imagine. Now you see the man who spoke with such arrogance ten years ago that one would have thought he was immortal, is being tried in his own country in handcuffs and shackles by those who he believed supported him and with whose backing he committed his crimes. Our dear Imam said that the occupying regime must be wiped off the map and this was a very wise statement. We cannot compromise over the issue of Palestine. Is it possible to create a new front in the heart of an old front. This would be a defeat and whoever accepts the legitimacy of this regime [Israel] has in fact, signed the defeat of the Islamic world. Our dear Imam targeted the heart of the world oppressor in his struggle, meaning the occupying regime. I have no doubt that the new wave that has started in Palestine, and we witness it in the Islamic world too, will eliminate this disgraceful stain from the Islamic world. But we must be aware of tricks ...".
"...Chi avrebbe creduto che un giorno avremmo potuto assistere al collasso dell'Impero dell'Est (ndt URSS)? Ma abbiamo visto la sua caduta durante la nostra vita ed è caduto in modo tale che dobbiamo recarci in biblioteca perchè non ne troviamo traccia. L'Imam [Khomeini] disse che Saddam se ne sarebbe dovuto andare e che sarebbe diventato più debole di quanto chiunque avrebbe immaginato. Ora vedete l'uomo che parlava con tale arroganza dieci anni fa che ognuno avrebbe potuto pensare fosse immortale, viene processato nel suo stesso paese in manette e catene da quelli che credeva lo supportassero e con coloro sul cui appoggio aveva commesso i suoi crimini. Il nostro caro Imam disse che il regime occupante sarebbe stato spazzato dalla mappa e questa è stata una dichiarazione molto saggia. Non possiamo accettare compromessi sulla questione palestinese. E' possibile creare un nuovo fronte nel cuore di un vecchio fronte. Questa sarebbe una sconfitta e chiunque accetti la legittimità di questo regime [Israele] ha nei fatti sottoscritto la sconfitta del mondo islamico. Il nostro caro Imam ha colpito il cuore dell'oppressore mondiale in questa battaglia, intendendo il regime occupante. Non ho dubbi che la nuova corrente iniziata in Palestina - e la vediamo pure nel mondo islamico - eliminerà questa macchia disgraziata dal mondo islamico. Ma dobbiamo essere consapevoli dei trucchi ...".
"...Who could believe that one day we could witness the collapse of the Eastern Empire? But we have seen its fall during our lives and it collapsed in such a way that we have to refer to libraries because no trace of it is left. Imam [Khomeini] said Saddam must go and he said he would grow weaker than anyone could imagine. Now you see the man who spoke with such arrogance ten years ago that one would have thought he was immortal, is being tried in his own country in handcuffs and shackles by those who he believed supported him and with whose backing he committed his crimes. Our dear Imam said that the occupying regime must be wiped off the map and this was a very wise statement. We cannot compromise over the issue of Palestine. Is it possible to create a new front in the heart of an old front. This would be a defeat and whoever accepts the legitimacy of this regime [Israel] has in fact, signed the defeat of the Islamic world. Our dear Imam targeted the heart of the world oppressor in his struggle, meaning the occupying regime. I have no doubt that the new wave that has started in Palestine, and we witness it in the Islamic world too, will eliminate this disgraceful stain from the Islamic world. But we must be aware of tricks ...".
"...Chi avrebbe creduto che un giorno avremmo potuto assistere al collasso dell'Impero dell'Est (ndt URSS)? Ma abbiamo visto la sua caduta durante la nostra vita ed è caduto in modo tale che dobbiamo recarci in biblioteca perchè non ne troviamo traccia. L'Imam [Khomeini] disse che Saddam se ne sarebbe dovuto andare e che sarebbe diventato più debole di quanto chiunque avrebbe immaginato. Ora vedete l'uomo che parlava con tale arroganza dieci anni fa che ognuno avrebbe potuto pensare fosse immortale, viene processato nel suo stesso paese in manette e catene da quelli che credeva lo supportassero e con coloro sul cui appoggio aveva commesso i suoi crimini. Il nostro caro Imam disse che il regime occupante sarebbe stato spazzato dalla mappa e questa è stata una dichiarazione molto saggia. Non possiamo accettare compromessi sulla questione palestinese. E' possibile creare un nuovo fronte nel cuore di un vecchio fronte. Questa sarebbe una sconfitta e chiunque accetti la legittimità di questo regime [Israele] ha nei fatti sottoscritto la sconfitta del mondo islamico. Il nostro caro Imam ha colpito il cuore dell'oppressore mondiale in questa battaglia, intendendo il regime occupante. Non ho dubbi che la nuova corrente iniziata in Palestina - e la vediamo pure nel mondo islamico - eliminerà questa macchia disgraziata dal mondo islamico. Ma dobbiamo essere consapevoli dei trucchi ...".
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