domenica, novembre 27, 2005

Senza regole (segue: una guerra lurida)

Fallujah è stata solo la punta di un iceberg. Crediamo forse che altrove non sia accaduto lo stesso? Che MK77 e fosforo e chissà che altro siano stati usati solo a Fallujah? Non avrebbe senso. E non ne ha. "Mustafa, un meccanico, era sempre il più informato: fin dalla mia prima visita mi aveva raccontato di quando, subito dopo la battaglia dell'aeroporto, una delle più cruente per l'occupazione di Baghdad, erano andati a cercare i corpi dei loro parenti e avevano trovato cadaveri carbonizzati e irriconoscibili. E fin da subito si era posta la domanda: quali armi erano state usate? Napalm? Fosforo?" [Sgrena, Fuoco amico]. E c'è anche chi giustifica quanto accaduto a Fallujah, dicendo che la popolazione era stata invitata a lasciare la città prima della indegna ed indiscriminata carneficina che abbiamo potuto vedere, caso unico visto il criminale obnubilamento dell'informazione in Iraq. Vendetta, è stata anche vendetta per i contractors trucidati nella città, per i marines feriti, perchè quelli lì, tutti, sono terroristi. E così il terrorismo viene personalizzato e diventa una comodà ed astratta entità, utile per far passar per buona ogni sorta di schifosa aggressione, in questa guerra lurida e chissà ancora dove. Il tutto secondo la regola che non prevede l'esistenza di regole in guerra, nemmeno se la guerra è scatenata per il petrolio. "1 maggio [2003] - Quarantatrè giorni dopo l'ordine di attacco, Bush proclama dal ponte della portaerei Lincoln, di ritorno dal Golfo Persico, la fine ufficiale delle ostilità. Strano, qui tutto pare meno che pace. Al mattino la notizia di sette marines feriti a granate a Falluja, il luogo degli scontri più violenti fra popolazione e militari americani. E' il posto dove i fanti hanno ucciso in due giorni venticinque manifestanti: sparando sulla folla che protestava per l'invasione della moschea e lo scarso rispetto per le donne" [Scaccia, La Torre di Babele]. 8 novembre 2004 "Un giorno, le truppe americane - racconta Majid - con un megafono invitano tutta la popolazione del quartiere (quella rimasta tappata in casa) a dirigersi verso un punto di raccolta, dove avrebbero trovato personale della Mezzaluna rossa (la Croce rossa locale) che distribuiva aiuti. Ma solo chi non era rinchiuso a Falluja sapeva che era stato impedito alla Mezzaluna di portare soccorsi. Così in due file separate - da una parte i maschi adulti e dall'altra donne e bambini - la gente si era diretta verso il "miraggio" superando i cadaveri abbandonati per strada e i cani che si accanivano su di loro. Ad aspettare i maschi e'erano però, invece degli aiuti, le manette. Erano considerati tutti combattenti, quindi interrogati con le cattive maniere e poi rinchiusi in un campo" [Sgrena, Fuoco Amico]. "Ecco, noi vi avevamo avvisati, ora daremo fuoco ai terroristi". E lo hanno fatto.

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