mercoledì, gennaio 30, 2008

Fare il reporter in Afghanistan

Apprendiamo da instablog che "La Camera alta (l'equivalente del Senato) dell'Afghanistan ha approvato la condanna a morte di Perwiz Kambakhsh, un giornalista di 23 anni accusato di blasfemia nei confronti dell'Islam" di cui si è parlato anche su La Torre di Babele e Lettere da Kabul nei giorni scorsi. Nel frattempo il nostro amico Nasim Fekrat (Afghan Lord) ci comunica che un altro giovane giornalista afghano, Basir Ahang (nella foto), che avrebbe rivestito un ruolo nel trovare notizie durante il rapimento di Gabriele Torsello, avrebbe poi ricevuto minacce di morte. Dopo aver lasciato il paese per qualche tempo ed essere poi ritornato a Kabul, da un mese a questa parte Basir non dà più notizie di sè. Secondo Nasim, il ventisettenne - promettente studente all'Università di Kabul e giovane giornalista indipendente - era stato direttamente coinvolto nel rilascio di Gabriele Torsello (il giornalista italiano della Repubblica rapito dai Taliban nella provincia di Helmand). In quel periodo Basir avrebbe lavorato sul rilascio di Torsello, collaborando con Renato Caprile, notissimo giornalista di Repubblica. Nasim precisa in proposito che Basir aveva ottenuto notizie confidenziali contattando direttamente le autorità dei Taliban che tenevano prigioniero Torsello ed era riuscito a conoscere i nomi dei rapitori. Sempre in quell'occasione il giovane giornalista avrebbe poi ricevuto continue chiamate dai rapitori che lo informavano dello stato di salute di Torsello. Nulla avrebbe, invece, saputo delle circostanze relative alla liberazione del nostro connazionale e da allora avrebbe cominciato a ricevere minacciose chiamate telefoniche che lo hanno costretto infine a lasciare il paese. Successivamente, tornato a Kabul, Basir ha iniziato a lavorare per il canale locale radio "Farda", come freelance con il settimanale "Namah" e a collaborare con la Repubblica, ricevendo contemporaneamente minacce ed intimidazioni da parte dei Taliban. Nasim ci informa che non si hanno più notizie di Basir Ahang da un mese e che nessuno sa dove sia.

Aggiornamento
Apprendiamo dall'ANSA che - secondo l'Independent on line - il Senato afghano avrebbe ritirato la conferma della condanna a morte del giornalista Sayed Pervez Kambaksh, giudicato colpevole di blasfemia per aver riportato da internet e stampato un articolo sui diritti delle donne. La Camera alta afghana avrebbe definito un "errore tecnico" la sua precedente decisione di approvare la condanna a morte di Sayed, ma questo non significa che il giornalistà sarà rimesso in libertà. Il procuratore generale della provincia di Balkh Hafizullah Khaliqyar avrebbe poi difeso la sentenza, affermando che non c'é stata nessuna violazione dei diritti umani o della libertà di stampa e minacciato l'arresto per tutti i giornalisti che si dovessero levare in difesa di Kambakhsh.

Aggiornamento del 7 febbraio 2008, buone notizie
Nasim Fekrat ci comunica - tramite il suo blog Afghan Lord via blogfriends - che Basir Ahang, il giovane giornalista afghano di cui non si avevano notizie da più di un mese, è al sicuro e in questo momento si trova in Italia. Lo stesso Fekrat è riuscito, tramite amici comuni, a contattare la famiglia di Basir, residente nella parte ovest di Kabul, che ha confermato la notizia. Inoltre, ancora Nasim, ci comunica un’altra news che, se confermata dai fatti, non può che riempire tutti noi di grande soddisfazione: Parwiz Kambakhsh, il giornalista afghano di 23 anni accusato di blasfemia e nei confronti del quale era stata emessa una sentenza di condanna a morte, sarebbe in procinto di essere rilasciato.

1 commento:

Anonimo ha detto...

mm.. thank you for this thoughts