mercoledì, agosto 22, 2007

Ghareeb, il racconto di Ed Kinane


Mohammed Hussein Ramadan, detto Ghareeb (straniero), morto sulla strada da Najaf per Baghdad il 20 agosto 2004 mentre accompagnava il nostro Enzo Baldoni verso il medesimo destino. Questo è il racconto di Ed Kinane in occasione di un precedente viaggio a Najaf con Ghareeb. (Ed Kinane - Voices in The Wilderness - Baghdad, October 14, 2003)

PRESS CONFERENCE
Intorno alle 11 del mattino Ghareeb porta me e Neville a Najaf, un viaggio di due ore. Una volta lì ci vuole un'ora per trovare la conferenza stampa. La conferenza è stata spostata dal luogo stabilito, parcheggiamo vicino a una barriera per il traffico nella città vecchia, attraversiamo un isolato lungo la galleria di una strada commerciale, incontriamo parecchi uomini armati verso la moschea principale.
Ghareeb cerca l'ufficio dell'organizzazione di Moktada al-Sadr per avere il permesso e le indicazioni per raggiungere la conferenza stampa. In un vicolo Ghareeb viene perquisito da un gruppetto di uomini armati prima di essere scortato nell'ufficio. Due uomini sono incaricati di accompagnarci mentre andiamo in auto verso il posto stabilito, forse un paio di miglia più in là. Quando arriviamo ci sono parecchi uomini armati a fare la guardia, alcuni sui tetti vicini. Non ci sono autorità in uniforme. Non dobbiamo mostrare alcun documento di identità, né tessera della stampa. Siamo abbassati gentilmente prima di essere introdotti attraverso una porticina in un'abitazione. Ci dirigiamo di sopra fino a un tetto affollato di giornalisti e cameramen. Trovo una sedia su cui stare in piedi. Sia Neville che Ghareeb scattano foto. Non c'è nessuno dei nostri due visitatori di ieri, né riconosciamo alcuna testata americana. In mezzo alla calca, ad un tavolo, siede Sayed Moktada, che si sporge davanti a un banco di microfoni. Capisco solo alcuni frammenti della traduzione e così perdo la sostanza delle sue osservazioni.
Il Sayed ha la barba ed è sui trent'anni. E' il figlio e nipote di famosi clerici shiiti, giustiziati da Saddam. Diversamente dai nostri visitatori di ieri, lui non ha l'aspetto "presidenziale" (o "papale"). Sembra teso. E' seccato quando un giornalista gli chiede se il suo nuovo governo costringerà le donne ad indossare il velo. Risponde che ognuno - ebrei, cristiani e musulmani - dovrebbero rispettare le proprie tradizioni. Continua ad agitare il dito indice. Probabilmente sta montando un cavallo che non può controllare. Mi chiedo per quanto tempo rimarrà vivo.
Più tardi, quando chiedo a [....], non sciita, che tipo di uomo sia Moktada, lui dice: "E' un killer, a capo di assassini".
KARBALA ROAD BLOCKS
Ghareeb vuole andare a Karbala, che è più o meno sulla via del ritorno per Baghdad. Non troppo lontano da Karbala incappiamo in un blocco stradale, circa una dozzina di soldati in fila attraverso l'autostrada. La coda delle auto fermate arriva ad una novantina di metri dai soldati. Siccome sono l'unico "gringo" nella folla, Ghareeb mi suggerisce di parlare con i soldati. Neville si offre di raggiungermi, ma Ghareeb pensa sia meglio che io vada da solo.
Mi avvicino di qualche metro. I soldati sono tesi. Con sempre più automobili che si avvicinano ogni minuto, sono in un pasticcio e non hanno idea di come venirne fuori. Faccio una domanda, ma non vogliono fornire risposte. Dico loro che vogliamo solo passare per andare verso Baghdad. Dicono che tutte le strade dentro Karbala sono bloccate, forse per due o tre ore. Chiedo che sta succedendo. Mi dicono che non ne hanno idea. Capisco che parte della loro tensione deriva dal fatto che parlano a stento l'inglese. Chiedo chi siano. Uno risponde indicando un tizio e poi l'altro "è un soldato, è un soldato, è un soldato". Quando un altro soldato lo chiama, capisco che questi uomini devono essere polacchi. In che situazione infernale sono! Se capiscono solo po' di inglese, probabilmente capiscono molto meno l'arabo. Eppure si sono ficcati in Iraq tra gente ben armata che li vede come invasori. Non è stato molti anni fa che i polacchi stessi sono stati occupati. Mi dicono che devo tornare indietro, allontanarmi da loro. Hanno paura che altri, vedendomi, si avvicinino a loro. Ritorno da Nev e Ghareeb.
Ci dirigiamo indietro giù per l'autostrada per un po' prima di girare in una strada sterrata. Raggiungiamo una fila polverosa di veicoli che aggirano il blocco stradale. Un camion è caduto in un fosso per l'irrigazione bloccandoci parzialmente la strada. Ghareeb ci fa uscire dall'auto prima di lanciare il motore per oltrepassare il camion senza finire a nostra volta nel fosso. Andiamo con la colonna alcune centinaia di metri prima di tornare sull'asfalto. Lungo l'autostrada possiamo giusto vedere i soldati polacchi, le loro schiene verso di noi. Ben presto oltrepassiamo dei poliziotti iraqeni, ci fanno cenno di andare avanti.
A Karbala Ghareeb sbriga i suoi affari e ci dirigiamo fuori dalla città solo per essere fermati ad un blocco stradale americano. Ci spostiamo verso un'altra direzione. Quando ci fermiamo per aggiungere un po' d'olio dei freni Ghareeb sente che più presto oggi la fazione sciita di Sistani, insieme alla fazione sciita di Hakim, hanno combattuto contro la fazione sciita di al-Sadr, scambiandosi l'un l'altra colpi di mortaio dai loro quartier generali di Karbala.
Continuiamo a viaggiare, ma veniamo fermati nuovamente, da un ponte bloccato. Aggirarlo ci conduce sulla vecchia strada per Baghdad attraverso miglia e miglia di lussureggianti piantagioni di datteri su entrambi i lati della strada, un aspetto dell'Iraq che avremmo perso se fossimo rimasti sulla strada principale.

Tutte queste ore sulla strada mi hanno aiutato a vedere Ghareeb in una nuova luce. Neville mi ha lasciato viaggiare nel sedile anteriore all'andata e al ritorno. Ghareeb è alle prese con un attacco di "influenza di Baghdad" e uno dei sintomi è il bruciore agli occhi. E' contento di parlare per rimanere attento. Lo porto a parlare della sua famiglia. Vien fuori che Ghareeb è una specie di soprannome che gli ha dato sua madre. Il suo vero nome è Mohammed Ramadan. Quella dei Ramadan è una tribù con migliaia di persone disperse in tutto il Medioriente.
Ghareeb dice che suo padre, di 67 anni, vive in Palestina dove ha delle proprietà. La famiglia ha investimenti in tutto il Medioriente. Il padre di Ghareeb è il capo della tribù dei Ramadan. Il fratello maggiore di Ghareeb succederà al padre quando questi verrà a mancare. Ghareeb è il successivo nella linea dopo suo fratello. Ghareeb dice di essere stato educato per essere un capo. Questo lo ha reso differente dai suoi compagni, non è necessariamente un destino facile per una persona così socievole. Sia lui che suo fratello sono piloti, il fratello ha un brevetto per gli aerei, Ghareeb per gli elicotteri. Un altra volta mi accennò di avere il brevetto per le auto da corsa.
Chiedo a Ghareeb cosa significa essere educato per essere un capo. Dice che significa che devi sempre aiutare chi ha bisogno. Devi sempre sacrificare le tue risorse per gli altri. E questa etica non è limitata nei confronti dei soli membri della tribù. Sembra essere una persona insolitamente premurosa. Qualche volta mi sento adottato da lui.
Il compito di Ghareeb, oggi a Karbala, era quello di controllare la situazione della donna che era venuta a Voices (in the Wilderness) per cercare un aiuto economico presumibilmente per un'intervento per il suo bambino. Mentre quella storia non salta fuori (avevamo controllato con l'ospedale nuovamente oggi) Ghareeb mi spiega che qualche volta devi penetrare nella rete di bugie di una persona per arrivare alla disperazione che la guida. Ghareeb è veramente un principe.
Ma è un principe senza una terra. Ora ha un visto per il Ghana. Andrà là o si tratterrà per cercare di andare in Canada? (Deve essere l'unico Ramadan in Iraq, ma ce ne devono essere alcuni in Canada). L'ultima destinazione è quella di tornare dalla sua famiglia in Palestina. E' stato via dalla Palestina per tanti anni e ne ha nostalgia. Parla della Palestina con orgoglio. "In Palestina non ci sono sciiti, né sunniti. I palestinesi sono gente sofisticata in un modo che non può essere trovato altrove in Medioriente".

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