Christians United for Israel (CUFI), quattromila partecipanti alla sua seconda Convention annuale a Washington tra il 16 e il 19 luglio scorsi, raccoglie consensi tra i senatori candidati alle presidenziali e influenza il Congresso degli Stati Uniti, rappresenta circa un quinto dei 75 milioni di cristiani evangelici negli USA e quindi una quindicina di milioni di persone. Si propone come associazione non-profit, i cui fondi sono usati per educare la comunità cristiana sulle ragioni bibliche per cui i cristiani dovrebbero sostenere Israele. Il suo sistema è vicino e i suoi programmi si rispecchiano in quelli dell'American Israel Public Affairs Committee (AIPAC) - che si auto descrive come la Lobby d'America pro Israele - e della destra israeliana. L'agenda di questi enti si può sintetizzare oggi come segue: strangolare le aspettative nucleari iraniane anche con l'uso della forza militare, sbarazzarsi degli Hezbollah, fornire aiuto militare a Israele. L'organizzazione affronta il visitatore virtuale con uno sproloquio che riassume le fondamenta del suo pensiero in un incredibile gagliardetto integralista: "La Bibbia ci ordina di pregare per la pace di Gerusalemme (Salmi 122,6), a proclamare la salvezza di Sion (Isaia 62,1), ad essere guardiani delle mura di Gerusalemme (Isaia 62,6) e a benedire il popolo ebraico (Genesi 12,3). Questi e tanti altri versi della Bibbia portano un messaggio fondamentale, come cristiani abbiamo un obbligo biblico di difendere Israele e il popolo ebraico nel loro momento del bisogno". Il divino potpourri profetico e politico che ha suggerito a questi cristiani sionisti di darsi un nome, che - come si suol dire - non sta né in cielo, né in terra, imporrebbe poi agli stessi signori un'azione concreta (e molto politica) adatta a favorire il verificarsi delle profezie nella fanatica attesa della seconda venuta del Messia e dell'Armageddon, ma tutto questo solo nel preconizzato momento in cui gli ebrei, già tutti riuniti in un fantasioso ipertrofico Israele esteso dal Nilo all'Eufrate, verranno quasi interamente e profeticamente distrutti, salvo pochi di essi che, altrettanto profeticamente, saranno convertiti ad una forma di cristianesimo.
Non è chiaro come intendano cavarsela i sedicenti cristiano-sionisti con i loro sodali neo-grandi-israeliani, poichè allor che si compia la profezia essi dovrebbero essere necessariamente cancellati e i pochi rimasti convertiti, né è facile immaginare con cosa pensino di riempire una mitologica Israele che occupi terra dal Nilo all'Eufrate. Ma nel frattempo certamente intendono impegnarsi alacremente nei compiti che si sono assegnati con l'allucinato proclama emesso dal Terzo Congresso Cristiano Sionista Internazionale di Gerusalemme del febbraio 1996, primo fra tutti la difesa del contratto immobiliare divino, ivi descritto con precisione notarile ("According to God's distribution of nations, the Land of Israel has been given to the Jewish People by God as an everlasting possession by an eternal covenant. The Jewish People have the absolute right to possess and dwell in the Land, including Judea, Samaria' Gaza and the Golan") pur omettendo imperdonabilmente di considerare, in questo affrettato breviario, le Shebaa Farms e l'acqua libanese.
Per quanto occorrer possa e inerpicandosi nei disegni divini il minimo indispensabile (la cosa è imbarazzante in un'ottica anche solo vagamente agnostica, ma è necessitata dalla autodefinizione di questi clown quali cristiano-sionisti), leggiamo le prime poche parole della Dichiarazione di Gerusalemme, compilata dal Patriarca cattolico latino e dai capi delle chiese locali con riferimento al programma e al proclama: "il Cristiano-sionismo è un movimento teologico e politico moderno, che abbraccia le posizioni più estreme del Sionismo, così nuocendo ad una pace giusta tra Palestina e Israele. Il programma Cristiano Sionista fornisce una visione del mondo dove il Vangelo è identificato in una ideologia imperialista, colonialista e militarista. Nella sua forma estrema enfatizza gli eventi apocalittici che portano alla fine della storia, piuttosto che a vivere l'amore e la giustizia di Cristo oggi. Rigettiamo categoricamente le dottrine Cristiano Sioniste come falsi insegnamenti che corrompono il messaggio biblico di amore, giustizia e riconciliazione ...".
Ho detto prima "per quanto occorrer possa". E' infatti storia che si voglia far discendere le miserie umane da improbabili disegni superiori, ma, in questo caso, il movimento non gode neppure di quel minimo di serietà per cui valga la pena di scomodare gli dei e trattare - su un piano teologico - ciò che agli dei l'uomo stesso ha messo in bocca o nella penna al soldo delle più svariate bandiere, per giustificare ed alimentare la propria inguaribile rapacità.
giovedì, agosto 16, 2007
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