Amanda Kokoeva (12 anni): "...prima che io dica qualsiasi altra cosa voglio solo dire che stavo scappando dai soldati georgiani che bombardavano [...la nostra città]. Non dai soldati russi. Voglio dire grazie ai soldati russi, ci stavano aiutando a fuggire".
Laura Tedeeva Korewiski (zia di Amanda): "...voglio che sappiate ...chi biasimare di... in questo conflitto, è il signor Saakashvili che ha iniziato questa guerra, e il signor Saakashvili che è aggressivo e che, che ...per due giorni la mia gente, la gente osseta è stato uccisa ed è stata sotto le bombe e duemila persone sono state uccise in un giorno ...e questo è perchè sono contro - [il commentatore introduce un break pubblicitario: "...Tornerò subito da voi"] - Lo so, non volete sentire questo, ok ...".
Break pubblicitario.
Laura Tedeeva Korewiski: "La mia casa è stata bruciata in Sud Ossezia, dove vivevo, e possiamo biasimare solo una persona e il governo georgiano, non biasimo il popolo georgiano, biasimo il governo georgiano e deve dimettersi....".
Commentatore FoxNews: "...ci sono aree grigie in guerra".
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Post scriptum
Le teorie a monte della crisi attuale sono molteplici e tutte seguono una certa logica, percorsi relativi all’energia, alle vie del gas e del petrolio, alle strategie economiche e militari, a riflussi, potere e paura. I fatti meno. Ma c’è chi si fa in quattro per raccontarci uno spicchio della realtà, quella che si vede e si tocca. Per questo non possiamo che ringraziare Pino Scaccia e chi come lui rischia le penne - per i gabbiani è proprio il caso di dirlo - osservando e riferendo quanto vede. Per le discussioni e la polemica, per le teorie e le strategie, per gli sfoghi ideologici, ci sarà, ahinoi, ampio spazio. Dopo.
Preoccupante invece che le sorti di tutti noi siano affidate alla elementare e nauseante retorica di personaggi privi di spessore, incompetenti o apertamente imbecilli e diplomatici da opera buffa in una assurda gara di flessione di muscoli. Medaglia d’oro e menzione particolare per arrogante inconsistenza, a questo riguardo e da ultimo, alla segretaria di stato americana e a chi le suggerisce le giaculatorie.
E allora preoccupiamoci e tanto. Il problema, affidato alle attuali dirigenze (e a quelle a venire nell’immediato), è cosa suscettibile di sbriciolare gli equilibri, per quanto precari, del periodo post-sovietico, precipitandoci in una guerra assai meno “fredda” della precedente e colma di variabili del tutto imponderabili perchè sinora sconosciute. Situazione nel Caucaso, Iran, Pakistan, Medio Oriente, Cina in cammino e situazioni iraqena e afghana stagnanti, pre-accordi con Polonia e Repubblica Ceca, proclami germanici e viscerale disaccordo europeo sono elementi di una bomba a tempo e tutti suscettibili di esplosione.
C’è un momento (ne sa qualcosa G. H. W. Bush (padre), indotto ad abbozzare ai tempi di piazza Tien An Men) in cui decisioni mal soppesate e sfoggio di muscolatura, oliata nella forma ma quasi atrofizzata nel contenuto, recano conseguenze del tutto sproporzionate rispetto alla superficialità con cui vengono emessi. In altri termini tenere a freno la lingua, l’enfasi e la retorica e adeguarsi all’ipotesi di essere incudine e non martello, quando le circostanze lo richiedono, sono già nella situazione attuale ragionevoli opzioni. Ma si sa, alla fine la storia è fatta dalle persone e dalla loro capacità, se non di prevedere, di capire.
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