Jenin Jenin è il titolo del documentario diretto e prodotto dal regista ed attore palestinese Mohammad Bakri con Iyad Samudi, che fu ucciso poco dopo il completamento dell'opera dalle forze armate israeliane (nella foto un fotogramma del film). Il documentario mostra le testimonianze degli abitanti di Jenin, luogo che nell'aprile del 2002 fu teatro di scontri sanguinosi in occasione dell'operazione dell'esercito israeliano chiamata Defensive Wall. L'epilogo vide la città e il campo profughi di Jenin rasi al suolo e una moltitudine di vittime palestinesi. Numerosi gruppi per i diritti umani accusarono Israele di aver commesso crimini di guerra nell'attacco al campo. Jenin Jenin mostra fino a che punto l'oppressione e il terrore hanno minato la vita degli abitanti della città e documenta le fasi successive all'assedio portato dalle forze armate israeliane. Fu una vera e propria strage e il campo fu distrutto dai bulldozer. Ai giornalisti non venne permesso l'ingresso al campo e dopo la strage fu impedito l'accesso anche alle organizzazioni per i diritti umani. Al di là del documentario le atrocità della sortita dell'IDF nel campo di Jenin sono state documentate da ricercatori e attivisti che sono penetrati nel campo dopo le operazioni e sono state confermate dagli stessi soldati dell'esercito israeliano. Moshe Nissim rilasciò in proposito un'intervista a Yedioth Ahronoth, in cui descrisse l'uso di un bulldozer D-9 per radere al suolo le case del campo profughi. In un rinnovato sforzo di tacitare le accuse di aver commesso crimini di guerra, dopo il boicottaggio del film Jenin Jenin (sin dall'uscita il documentario è stato attaccato dal sistema giudiziario israeliano), alcuni soldati israeliani hanno citato in giudizio Mohammad Bakri (qui l'intervista rilasciata a Democracy Now!), accusandolo di diffamazione e chiedendo un risarcimento di 2 milioni e mezzo di NIS (New Israeli Shekels), circa mezzo milione di euro, per i danni che assumono di aver subito. I soldati (Ofer Ben Natan, Doron Keidar, Nir Oshri, Adam Arbiv e Yonatan Van Kaspel) che hanno 'denunciato' il film di Bakri e il suo autore non compaiono nel documentario, ma sostengono di aver sofferto "umiliazioni" e "danni irreparabili" a sé e alle loro famiglie a causa dei racconti dei protagonisti e testimoni delle atrocità commesse dall'esercito israeliano a Jenin. I soldati sostengono che le persone intervistate nel film di Bakri hanno inventato ed esagerato molte delle loro testimonianze, al di là del fatto che un gran numero dei crimini narrati nel documentario e sui quali è stata attirata l'attenzione (l'uso di civili come scudi umani, l'uccisione di disabili e ritardati, la demolizione di edifici con gli abitanti al loro interno) sono stati ripetutamente commessi dalle milizie israeliane contro i palestinesi. Il regista, Mohammad Bakri, attualmente sottoposto al processo, affronta un vero e proprio disastro finanziario e addirittura la minaccia della prigione. La causa intentata dai militi israeliani sembra oggi solo un ulteriore meccanismo per tacitare e delegittimare le voci dei palestinesi del campo profughi di Jenin. Sotto questo profilo il film di Mohammad Bakri è assai efficace perchè non si basa sulla semplice enumerazione delle vittime, ma vede le testimonianze sul campo di persone vere, bambini, vecchi, madri, che narrano, immediatamente dopo la strage e la distruzione, gli episodi in cui sono stati personalmente coinvolti. Tutto questo è più impressionante e pericoloso, per il sistema di pubbliche relazioni esterne orchestrato dal governo israliano, di una serie di dati in cui il numero delle vittime finisce per essere solo un elemento statistico.
Mohammad Bakri sarà a Milano in questi giorni nell'ambito della "Settimana della Cultura Palestinese - Realtà e memoria", promossa da Arci Milano e Teatro Verdi e patrocinata dalla Provincia. Questa prima edizione vedrà manifestazioni culturali dal 26 al 30 marzo 2008 e sarà dedicata al teatro, alla letteratura, alla fotografia, alla musica e al cinema. Qui il comunicato stampa della Provincia di Milano.
lunedì, marzo 24, 2008
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