giovedì, marzo 20, 2008

John McCain, nihil sub sole novi

Con buona pace di chi ha promesso di cancellare la par condicio elettorale dai nostri media, osserviamo che sicuramente il principio non vale per le elezioni negli USA e per le libere opinioni dei blogger e poiché nei giorni scorsi abbiamo parlato del democratico Barack H. Obama, sembra giusto - sempre nell'ottica mediorientale del blog - rivolgere assai sinteticamente l'attenzione al candidato favorito, il top gun della parte avversa, quella repubblicana.
Anche il Senatore John McCain, ancora incerto di ottenere la nomination da parte del suo partito per le presidenziali USA, si porta avanti sulla questione israelo palestinese e negli scorsi giorni paga il tributo di rito alle politiche degli Stati Uniti nei confronti del conflitto, confermando l'atteggiamento americano standard verso lo Stato ebraico e i palestinesi. Nessuno ne dubitava già per il 'democratico' Obama (v. su questo blog) e nel caso di McCain la questione era scontata.
Visitando Israele in compagnia del Senatore Joseph Lieberman, McCain non si è staccato dal conveniente copione, in versione light pre-elettorale, del 'doppio binario'. Lo stesso che, in forme assai più pressanti, mina ogni possibe percorso di intesa nella regione tra i due popoli che se ne contendono la terra, a far tempo dal 1967. E dico dal 1967 perchè sembra che solo da quella data, dopo la Guerra dei Sei Giorni, gli USA siano stati indotti a percepire il neonato Israele come un costoso alleato e non come una seccatura.
Il Senatore repubblicano, comunque, ha colto l'occasione per esprimere vicinanza agli abitanti di Sderot e non si sa se in virtù delle espressioni di solidarietà e simpatia di McCain i residenti della tartassata città a est di Gaza abbiano mancato di ribadire al candidato Presidente USA la sensazione di essere abbandonati dal loro governo. Quest'ultimo evidentemente più interessato ad usarli come strumento di propaganda contro Hamas, che a proteggerli dallo stillicidio dei razzi casalinghi Qassam lanciati dai militanti palestinesi in via di dichiarata reazione ad ogni sortita di Tsahal (la Israeli Defense Force) nei Territori Occupati.
John McCain ha comunque osservato che "i residenti [di Sderot] vivono ovviamente sotto grave stress" e - riferendosi alla festività ebraica imminente - ha precisato che "gli allerta di 15 secondi [per raggiungere un rifugio] non sono il modo di passare il Purim". Richiesto il suo pensiero sulla reazione da assumere contro gli attacchi dei Qassam, il Senatore non ha saputo dare - secondo Arutz Sheva - una buona risposta, ma ha aggiunto: "se gli attacchi coi razzi arrivassero al confine degli Stati Uniti d'America, il popolo americano chiederebbe una risposta piuttosto vigorosa".
Su Hamas in particolare, tanto per non smentire le direttive che accomunano USA ed Europa, l'aspirante alla presidenza dell'impero occidentale si è potuto sbilanciare un po' di più. Così ha accolto la possibilità di sottolineare la differenza tra il terrorismo del movimento islamico e il collaborazionismo di Abu Mazen (termini ed enfasi, ovviamente, miei) ed ha osservato che non sa spiegarsi come sia possibile negoziare con una organizzazione "dedicata alla distruzione [di Israele]" dopo aver appreso dal primo ministro Olmert che (repetita iuvant) Hamas è armato e sponsorizzato dall'Iran e dalla Siria.
Poi, finalmente, una parola di pax romana, cioè quella del più forte o presunto tale. Non senza una punta di formale ma sottinteso disprezzo per l'ONU, per il 'Quartetto', per i palestinesi e per il resto del mondo, il Senatore dell'Arizona ha dichiarato che come futuro Presidente degli Stati Uniti intende patrocinare e raggiungere la pace tra le parti secondo i principi concordati - difficile immaginare il contrario - tra gli USA e Israele.

1 commento:

Davide ha detto...

Ciao Pipistro,
non è da molto che seguo i tuoi interventi su blogfriends. Personalmente ci trovo sempre qualcosa da imparare. Ti volevo chiedere se hai qualche lettura da consigliarmi sul conflitto arabo-israeliano: sto leggendo alcuni libri di base, ora per esempio sto finendo "Il conflitto arabo-israeliano", Il Mulino, Fraser.
Se avessi qualche buon consiglio te ne sarei grato. Puoi rispondermi qui, sul mio blog o al mio indirizzo email: davidegalati@gmail.com

Grazie dell'eventuale contributo, e comunque ciao e buon lavoro.