sabato, settembre 22, 2007

Sotto ricatto

«Il gabinetto israeliano ha votato per dichiarare la Striscia di Gaza "entità ostile", così permettendo, secondo il suo punto di vista, di tagliare i già esigui rifornimenti di cibo, acqua, elettricità e carburante che consentiva ricevessero gli abitanti della Striscia. La decisione [di tagliare le forniture di carburante, di acqua ed elettricità al territorio palestinese] è stata immediatamente sostenuta dal Segretario di Stato USA, Condoleezza Rice. Israele è la potenza occupante nella Striscia di Gaza, nonostante abbia trasferito i suoi coloni nel 2005 e trasformato l'area, abitata da un milione e mezzo di persone, in gran parte rifugiati palestinesi, nella più grande prigione a cielo aperto del mondo, che assedia e colpisce dal perimetro. Secondo il diritto internazionale Israele è responsabile del benessere della popolazione di cui regola la vita e la terra. Ci sono stati belati di protesta, a stento udibili, da parte del Segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon ("Un tale passo sarebbe contrario alle obbligazioni di Israele nei confronti delle popolazione civile secondo il diritto internazionale umanitario e i diritti umani") e dell'Unione Europea ("La Commissione spera che Israele non troverà necessario portare avanti le misure di cui sono state poste le basi ieri"). Cosa? Spera che Israele non trovi necessario tagliare le risorse d'acqua a un milione e mezzo di persone? Queste dichiarazioni servono solo a sottolineare che Israele opera in un contesto dove la "comunità internazionale" si è abituata ad un processo di sterminio politico e fisico del popolo palestinese». [Ali Abunimah]

La parte peggiore di questa notizia è senz’altro il comportamento criminoso adottato da Israele, lo strangolamento sistematico ormai quarantennale della popolazione palestinese (dentro e fuori dalla Striscia), ma la più umiliante per chi legge da qui, dal vecchio continente, è l'atteggiamento vergognoso del resto del mondo che si autodefinisce civile. La reazione americana è prevista, la classe politica USA è da più tempo ingessata e discute (ma solo ultimamente) di quanto la propria classe dirigente sia sotto ricatto da parte della Lobby israeliana. Ma è fondato il sospetto che analoga, strisciante influenza induca il portavoce della Commissione dell'Unione Europea ad un comunicato tanto umiliante da far sfigurare la sfacciata faziosità di cui si è fatta portatrice la Segreteria imperiale. Nulla di più ci si aspettava dall’emanazione statunitense. I suoi padroni (quelli veri) non hanno ancora finito di portare morte in una parte del Medioriente (è peraltro di questi giorni il massacro condotto dai mercenari americani in Iraq) ed hanno già posto le basi dello stesso percorso in altra parte della regione, coadiuvati dal più potente sicario della storia. Ma anche l'Europa è sotto ricatto. Quattrocentocinquanta milioni di persone sono incapaci di esprimere indignazione per i crimini che lo staterello teppista e il suo insipiente cane da difesa impongono. Mezzo miliardo di persone, pupazzi incapaci di alzare la voce, umilmente osservano che violare tutte le convenzioni internazionali, affamare centinaia di migliaia di persone, pianificare e procedere ad esecuzioni sommarie, torturare e beffarsi del diritto internazionale ed umanitario, sbeffeggiare un percorso millenario di civiltà, non è proprio una bella cosa. E tra la retorica e i sorrisi scambiati di sotto i baffi anche da parte dei nostri eleganti rappresentanti, ci adeguiamo ai venti di guerra che soffiano sul pianeta, così come ci siamo adeguati alle menzogne già usate per portare guerra e distruzione, elemosinando petrolio e benevolenza. Tiepidamente e con deferenza ogni tanto facciamo sapere che, se non è di troppo disturbo, con questi crimini non siamo d’accordo.

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